Mentre sull’emergenza rifiuti a Ragusa imperversano le prese di posizione dei gruppi consiliari e sopratutto si è acceso uno scontro frontale tra l’assessore Giovanni Iacono, leader di Partecipiamo e il deputato regionale del Pd Nello Dipasquale, ex sindaco della città dal 2006 al 2012, si registra un autorevole intervento dello storico rappresentante di Legambiente Ragusa, Claudio Conti, che come assessore all’ambiente della giunta grillina di Federico Piccitto fu il maggiore artefice dell’attuale capitolato per la raccolta differenziata dei rifiuti in città. E naturalmente Conti e Legambiente ribadiscono la propria posizione che continua ad essere contro l’ampliamento della discarica di cava dei Modicano con l’eventuale realizzazione della famosa quarta vasca, contro l’ipotesi inceneritore, e con l’indicazione “riduzione, riuso, riciclo ed impiantistica efficiente per uscire per sempre dall’emergenza rifiuti”.
Un bell’esempio di coerenza in tempi tristi in cui ci si dimentica dall’oggi al domani di quanto appena sostenuto. Come del resto ha fatto, e ci dispiace ribadirlo, il gruppo consiliare 5 stelle dimentico non solo della coraggiosa scelta della precedente giunta pentastellata in materia di raccolta dei rifiuti ma anche del loro stesso ordine del giorno, approvato dal consiglio comunale lo scorso anno, di questi tempi, in cui ribadivano il no alla quarta vasca. Salvo dimenticarsene in questi giorni in una nota congiunta con il capogruppo Pd Mario Chiavola. Tornando a Legambiente, afferma “la provincia di Ragusa ha bisogno di impianti per gestire la buona raccolta differenziata e non di scorciatoie pericolose come gli inceneritori. Il raddoppio dei costi di smaltimento del residuo secco, il cosiddetto indifferenziato, è il primo risultato della nuova crisi dei rifiuti in provincia di Ragusa. Viene subito dopo il conferimento fuori regione di parte della frazione umida a volte a prezzi tripli di quello praticato a Ragusa per la mancanza di un secondo impianto di compostaggio.
Per fortuna con l’attivazione di un impianto mobile a Vittoria a breve i problemi dovrebbe terminare. Con buona pace dei cittadini che si vedranno aumentare l’anno prossimo e non di poco la tassa sui rifiuti. La colpa di tutto ciò non risiede nei vari governi nazionali, come accusa il sindaco di Comiso, ma in quelli regionali a partire da quello Crocetta che ha distrutto la gestione in ambiti territoriali fino ad arrivare a quello attuale che non riesce a decidere quali impianti servono per chiudere il cerchio della gestione dei rifiuti. E’ infatti questo il tallone di Achille del sistema visto che a marzo la provincia di Ragusa ha sfiorato il 70% di raccolta differenziata, anche se lascia ancora a desiderare la qualità della raccolta. Manca soprattutto un impianto dove destinare gli scarti della raccolta differenziata e il residuo secco trattato (sopravaglio secco e sottovaglio stabilizzato) . Ma nessuno in provincia vuole questo impianto, che tanti si ostinano a chiamare discarica, che è cosa diversa delle discariche di alcuni anni fa, quelle si pericolose.
Ciò che oggi esce dall’impianto di trattamento meccanico biologico di cava dei modicani non fa puzza, non produce percolato né tantomeno biogas. L’alternativa all’impianto dove conferire gli scarti della raccolta differenziata è produrre con la parte secca del residuo secco combustibile che sostituisca nei cementifici il polverino di carbone, il più inquinante dei combustibili fossili e primo responsabile del cambiamento climatico, e il Pet Coke noto come carbone da petrolio, l'ultimo scarto della raffinazione petrolio, che contiene sostanze estremamente pericolose per la salute umana e la salubrità dell'ambiente. Altre soluzioni impiantistiche praticabili oggi non ce ne sono”. Dopo questa esaustiva panoramica, Conti spiega “l’ipotesi degli inceneritori è una truffa ai cittadini per l’elevato costo (la provincia di Ragusa conferirà il suo rifiuto secco all’inceneritore di Modena a 190 €/t più 95 € di trasporto), la rigidità delle convenzioni per i comuni e i lunghissimi tempi di realizzazione, oltre ai problemi ambientali e sanitari senza eliminare la discarica visto che le ceneri, che rappresentano il 33% in peso dei rifiuti inceneriti, vanno in discarica per rifiuti pericolosi. E comunque un impianto dove mettere gli scarti della selezione della raccolta differenziata, della eventuale produzione del CSS è necessario. Il problema ce l’abbiamo oggi in provincia di Ragusa e va risolto qui non altrove, in quanto la normativa attuale prevede che la SRR di Ragusa deve essere autosufficiente in materia di impianti e nel contempo deve evitare i movimenti dei rifiuti”.
Quindi l’esponente di Legambiente esorta “i sindaci devono scegliere e subito gli impianti mancanti da costruire e dove costruirli bilanciando il peso sul territorio della provincia. A Ragusa c’è già l’impianto di compostaggio, l’impianto di trattamento meccanico biologico e in prospettiva l’impianto di produzione di combustibile solido secondario ed ha un sito non idoneo a ospitare discariche dove semmai vanno investite ingenti risorse per bonificare prima e seconda vasca, altro che quarta vasca; a Vittoria c’è il secondo impianto di compostaggio e in prospettiva un impianto di digestione anaerobica per produzione di biometano da frazione organica del rifiuto urbano, al comprensorio di Modica toccherebbe l’impianto di smaltimento finale. Più si fa raccolta differenziata e meno rifiuto arriva in questo impianto”. Conti riserva anche un’obiezione alla proposta del consigliere comunale Gianni Iurato di Ragusa prossima di ritornare alla raccolta a cassonetti, per quanto intelligenti, che non fa altro che aumentare i costi diminuendo la raccolta differenziata e richiedere impianti finali di smaltimento più grandi”. Secondo Claudio Conti il vero problema sarebbe “non i sistemi di raccolta come il porta a porta, efficienti in tutta Italia, ma i controlli mancanti o insufficienti nei confronti dei gestori del servizio di igiene urbana che depredano i cittadini abbassando i servizi senza che i comuni riescano a opporre un freno”.
Tra le altre soluzioni proposte c’è poi quella della riduzione dei rifiuti “non basta la raccolta differenziata, i comuni devono seguire quanto ha fatto il comune di Ragusa, ancorchè insufficiente, per quanto riguarda la riduzione dei rifiuti : incentivare le attività del centro del riuso e istallare le casette dell’acqua. Ma è necessario anche attivare un mercato di prodotti di materiale riciclato, già previsto per legge, inserendo in tutti i capitolati d’appalto che prevedono acquisto di beni da materiale riciclato da raccolta differenziata in modo da aiutare l’industria del riciclo locale. A parte il comune di Ragusa nessun altro comune ha messo in pratica strategie di riduzione dei rifiuti. Ma non basta raggiungere elevate percentuali di raccolta differenziata è necessario produrre minori rifiuti coinvolgendo la GDO per quanto riguarda gli imballaggi e diffondendo al massimo dove possibile il compostaggio domestico per far ritornare al suolo sostanza organica in una provincia che si avvia alla desertificazione.. Altre scorciatoie non ce ne sono anche per intercettare le cospicue risorse per l’economia circolare previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e migliorare occupazione buona e durevole”. (da.di.)