La “rottamazione quinquies”, la quinta edizione della definizione agevolata delle cartelle esattoriali, si avvicina all’approvazione legislativa e potrebbe essere inserita nella prossima manovra finanziaria. Questa nuova sanatoria rappresenta un’opportunità significativa per i contribuenti italiani che intendono regolarizzare la propria posizione debitoria con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, beneficiando di importanti sconti su sanzioni e interessi.
La misura è pensata per sbloccare circa 130 miliardi di euro di carichi non ancora riscossi, offrendo al contempo un respiro a famiglie e piccole imprese schiacciate dalla pressione fiscale e dall’aumento del costo della vita.
La platea dei contribuenti ammessi
Secondo le bozze attuali, la rottamazione quinquies permetterà l’accesso ai contribuenti decaduti dalle precedenti rottamazioni, a condizione che vengano confermati i debiti iscritti a ruolo tra il 2000 e il 2023. La nuova sanatoria si caratterizza per una maggiore flessibilità nei pagamenti: si prospetta la possibilità di saldare il debito con il Fisco attraverso rate mensili dilazionate su 10 anni, rendendo gli importi più gestibili.
Per poter beneficiare della definizione agevolata, i contribuenti devono avere debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro la data stabilita dalla normativa. È importante notare che i debiti non ancora iscritti a ruolo o quelli già in fase avanzata di recupero coattivo potrebbero non rientrare nella misura.
Inoltre, non devono sussistere cause di esclusione legate alla natura del debito o a precedenti inadempienze. Ciò significa che, se un contribuente ha aderito a precedenti definizioni agevolate e non ha rispettato le scadenze di pagamento, potrebbe essere escluso. La rottamazione quinquies è aperta sia a persone fisiche che giuridiche, comprese imprese e professionisti.
I contribuenti esclusi: un nodo cruciale
Un aspetto che genera particolare attenzione è l’esclusione di alcuni contribuenti, in base a quanto stabilito dalla Legge 91 del 2022. L’articolo 15-bis di tale legge prevede che per le dilazioni concesse dopo il 16 luglio 2022, in caso di decadenza, non sia più possibile ottenere una nuova dilazione del debito.
Questo significa che i contribuenti decaduti da un piano di rateizzazione concesso dopo quella data potrebbero incontrare difficoltà nell’accedere alla rottamazione quinquies. Per richiedere una nuova dilazione, infatti, questi contribuenti dovrebbero prima saldare tutte le rate scadute e non versate del piano di rateizzazione da cui sono decaduti. Spesso, l’ammontare di tali rate accumulate rende il saldo in un’unica soluzione estremamente difficile, se non impossibile.
Per questo motivo, numerosi partiti stanno spingendo per una riapertura che consenta la rateizzazione anche a tutti quei piani di dilazione decaduti dopo luglio 2022, al fine di evitare che un’ampia fetta di contribuenti si trovi esclusa da questa nuova opportunità.
Tipologie di debiti esclusi
Non tutti i debiti, infine, rientrano nell’ambito della Rottamazione Quinquies. Alcune tipologie sono escluse dalla sanatoria, impedendo ai contribuenti di beneficiare degli sconti previsti. Tra i debiti esclusi figurano:
- Le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato dichiarati illegittimi dall’Unione Europea, in quanto tali importi devono essere integralmente restituiti.
- I crediti derivanti da condanne della Corte dei Conti per danni erariali.
- Le multe, ammende e sanzioni pecuniarie derivanti da provvedimenti penali, poiché rientrano in un ambito giudiziario volto a sanzionare comportamenti illeciti.
- I tributi locali (come IMU e TASI) se non affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
- I debiti già oggetto di definizione agevolata in precedenti rottamazioni.
La “rottamazione quinquies” si preannuncia come un’opportunità cruciale per molti, ma la sua effettiva portata dipenderà dalla definizione finale di questi criteri di ammissibilità e dalle soluzioni che verranno trovate per i nodi critici emersi.