Palermo – Si è svolta questa mattina l’audizione in I Commissione Affari Istituzionali circa il futuro lavorativo di 1815 ASU impiegati attualmente, per la maggior parte, presso comuni siciliani. A volere fortemente questo confronto tra le parti coinvolte lo stesso Presidente dalla Commissione, l’On.Ignazio Abbate che segue la sorte di questa categoria di lavoratori sin dal suo insediamento. All’audizione hanno preso parte l’Assessore Regionale agli Enti Locali, On. Andrea Messina, il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale del lavoro Calogero Foti, , il Dirigente del Dipartimento Regionale alle autonomie locali, Salvatore Taormina, i Segretari Generali Regionali di CGIL, CISL, UIL e UGL e la vicepresidente dell’ANCI, Rossana Cannata.
E’ stata proprio quest’ultima, al termine dell’audizione, a prendere formale impegno di interrogare sul caso la Commissione per la Stabilità Finanziaria degli Enti Locali (COSFEL) e capire le reali motivazioni che sottendono al diniego da parte di ben 115 Comuni Siciliani di stabilizzare i lavoratori. “L’audizione di oggi – commenta il parlamentare della DC – è servita proprio a fare chiarezza sulle motivazioni che stanno impedendo di continuare con l’opera di stabilizzazione già portata a termine per 2500 lavoratori. Abbiamo avuto modo di apprendere come diversi comuni in dissesto o predissesto abbiamo recepito le indicazioni procedendo alla stabilizzazione dei loro ASU. Altri invece nella stessa condizione non hanno compiuto il processo lasciando ancora nell’incertezza quasi 2 mila famiglie. Eppure si è chiaramente parlato di risorse esterne ai bilanci comunali necessarie a coprire il percorso lavorativo dell’unità fino al suo pensionamento. Alcuni lo hanno recepito, altri no.
E vorremmo capire se si sia trattato di lungaggini burocratiche o volontà politiche di procedere in questa direzione. Ad ogni modo, purtroppo, per quest’anno la finestra delle stabilizzazioni si è chiusa da pochi giorni il 15 settembre. La prossima sarà dal primo di gennaio al 30 di giugno 2026, data ultima di stabilizzazione ed è quello l’obiettivo che tutti noi dobbiamo porci. Da qui al primo gennaio bisognerà sciogliere ogni dubbio e preparare gli incartamenti necessari a riservare lo stesso trattamento a tutti. A tal proposito mi preme sollecitare i circa 400 lavoratori ASU attualmente impiegati in enti che fanno parte del cosiddetto “partenariato” (enti culturali, parrocchie, enti sociali) affinchè intraprendano il percorso per il loro assorbimento negli enti locali. Questa è infatti l’unica strada che li potrà condurre alla stabilizzazione. In mancanza di questo passaggio rimarranno fino al compimento del 67esimo anno di età nel bacino ASU in condizioni di precarietà. Naturalmente torneremo a riunirci non appena l’ANCI avrà risposte dal COSFEL e tracceremo le tappe che ci dovranno condurre al mese di giugno 2026 con la certezza di garantire a tutti la serenità lavorativa”.