Il dibattito sulla rottamazione quinquies, attesa con la Manovra 2026, si arricchisce delle proposte avanzate dalle forze di opposizione in Senato, sebbene gli emendamenti siano stati ritirati in attesa di un nuovo testo dal governo. Le modifiche presentate, in linea con i correttivi allo studio del Ministero dell’Economia, puntano a una sanatoria più selettiva, che non pesi eccessivamente sulle casse dello Stato e che sia riservata solo ai contribuenti in reale difficoltà.
Criteri di accesso più selettivi
Gli emendamenti, pur se ritirati, indicano chiaramente le direttrici della discussione: circoscrivere i beneficiari della sanatoria.
ISEE come limite: Le proposte del Partito Democratico (PD) e del Movimento 5 Stelle (M5S) suggeriscono di introdurre un limite di ISEE per l’accesso. Il PD vorrebbe usare i criteri già in uso per la rateizzazione ordinaria, mentre il M5S propone un tetto massimo di 30.000 euro e l’esclusione di soggetti diversi dalle persone fisiche.
Stop ai “recidivi”: Un altro punto cruciale è l’esclusione di chi ha già aderito a due o più rottamazioni in passato o è decaduto dal beneficio per mancato pagamento. Questo mirerebbe a fermare i “furbetti” che sfruttano le sanatorie solo per ritardare il saldo dei debiti.
Pagamenti e adempimenti
Le proposte non si limitano ai criteri di accesso, ma mirano a rivedere l’intera struttura della sanatoria.
Meno rate e decadenza più rapida: Le opposizioni propongono di ridurre il numero massimo di rate dalle attuali 120 a un numero più limitato (il PD propone 18 rate trimestrali, mentre il M5S varia da 18 a 72 rate). Inoltre, si vorrebbe eliminare la tolleranza di 8 rate non pagate, facendo decadere il beneficio anche con un solo mancato versamento.
Tracciabilità e pignoramenti: Per le partite IVA che aderiscono alla rottamazione, si ipotizza l’obbligo di fatturazione elettronica e di tracciabilità dei pagamenti. Si propone anche di potenziare l’attività dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, consentendo l’accesso ai dati finanziari dei debitori per pignoramenti più rapidi ed efficaci.
L’annuncio del ritiro degli emendamenti da parte del PD e del M5S è un segnale che si attende un “testo vero” dal governo, su cui poter avviare un dibattito più concreto. La discussione, in ogni caso, anticipa i temi caldi della prossima Legge di Bilancio.