Il governo sta definendo la nuova rottamazione quinquies, che dovrebbe essere inclusa nella Legge di Bilancio 2026. Nonostante la linea ufficiale preannunciata dal Ministero dell’Economia escluda i contribuenti decaduti dalle precedenti sanatorie, le recenti dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini riaccendono le speranze per chi non è riuscito a rispettare i pagamenti passati.
Le ragioni della stretta e i nodi irrisolti
L’esclusione di chi è già “decaduto” si basa sull’esperienza delle precedenti rottamazioni. Molti contribuenti, infatti, avevano presentato la domanda solo per bloccare azioni esecutive o ottenere un Durc regolare, senza avere intenzione di saldare il debito. La Corte dei Conti ha più volte sottolineato come le entrate previste da queste misure non abbiano mai raggiunto le cifre sperate.
Tuttavia, il dibattito resta aperto. Non tutti coloro che sono decaduti dalle precedenti sanatorie sono “furbetti”. In molti casi, le rate iniziali erano troppo elevate, rendendo impossibile per chi aveva reali difficoltà economiche onorare l’impegno preso. Escludere in blocco questi contribuenti significherebbe negare loro una nuova possibilità di mettersi in regola.
La posizione di Salvini e il possibile cambio di rotta
Il vicepremier Salvini ha lasciato intendere che si sta lavorando per includere anche chi è già stato “rottamato”, ipotizzando una correzione alla linea più rigida inizialmente annunciata. L’obiettivo sarebbe quello di aiutare chi ha provato a mettersi in regola senza riuscirci, distinguendolo da chi ha agito in malafede.
La decisione finale spetterà al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e verrà definita con l’approvazione della prossima manovra finanziaria, che dovrà trovare un equilibrio tra la necessità di entrate certe e la volontà di non penalizzare chi è in difficoltà.