Ragusa – Il suono evocativo delle campane, il profumo del latte crudo, il silenzio dei pascoli siciliani. È questo lo scenario che caratterizza le razze bovine autoctone Modicana e Cinisara al centro del progetto GenoModCinProLaC che tra ricerca genetica, strategie di comunicazione e nuove consapevolezze produttive, si è focalizzato sul patrimonio vivente della Sicilia rurale. Ieri a Ragusa, presso l’auditorium dell’Assessorato comunale Sviluppo Economico, il convegno conclusivo del progetto promosso in sinergia con l’Università di Catania nell’ambito della Sottomisura 16.1 del PSR Sicilia. Un momento di sintesi e rilancio, dopo un lungo percorso di lavoro sul campo, tra stalle, laboratori e analisi del comportamento dei consumatori.
Il progetto ha posto al centro le razze bovine Modicana e Cinisara, due capisaldi della biodiversità siciliana. Rustiche, longeve, capaci di adattarsi ai pascoli bradi dell’isola, ma oggi minacciate da modelli zootecnici intensivi e da una comunicazione poco efficace. “La Modicana è la più in difficoltà – ha sottolineato il responsabile scientifico Giuseppe Licitra – mentre la Cinisara resiste, ma l’obiettivo è comune: salvaguardare il patrimonio genetico e valorizzare i prodotti lattiero-caseari di queste razze, come il Ragusano DOP e il formaggio della Cinisara. E lo abbiamo fatto partendo dalla scienza, ma arrivando fino al packaging”. Durante l’incontro, moderato dal giornalista Salvo Falcone, sono stati diffusi i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione condotte in questi anni. Uno dei dati più significativi riguarda la trasformazione del latte in formaggio secondo le procedure tradizionali. “Abbiamo verificato che, senza interventi mirati, la resa può ridursi anche fino al 60% in alcuni casi, con una perdita importante anche di grassi e proteine – ha spiegato ancora Licitra – Questo significa meno formaggio, e dunque meno ricavi per gli allevatori.
Ma significa anche che c’è un grande margine di miglioramento: se riusciamo a intervenire con intelligenza sulla qualità genetica, sull’alimentazione e sulle tecniche di caseificazione, possiamo aumentare la produttività e dare un futuro economico sostenibile a queste razze”. E in questo ambito la ricerca scientifica effettuata dall’Università di Catania tende la mano proprio agli allevatori. “Abbiamo lavorato sul fronte genetico – ha spiegato il prof. Salvatore Bordonaro nella relazione sviluppata in collaborazione con la ricercatrice Serena Tumino – Sono stati individuati soggetti con caratteristiche uniche per efficienza e qualità del latte, che potranno essere alla base di programmi di miglioramento genetico”. Ma la scienza da sola non basta. Lo ha detto con chiarezza il prof. Vincenzo Russo, esperto di neuromarketing, che ha studiato come promuovere meglio questi prodotti. “Oggi il consumatore vuole sentirsi raccontare storie vere. Le parole chiave che attivano l’interesse sono legate alla naturalità, alla famiglia, al territorio. Ma serve saperle raccontare nel modo giusto, con competenza narrativa e conoscenza dei nuovi strumenti digitali”.
E proprio sul comportamento dei consumatori si è concentrato Mario Scolari, che ha curato la ricerca di Teseo Marketing Research: “C’è un interesse crescente per i formaggi freschi e artigianali, un calo per quelli industriali. Il Ragusano DOP ha tre punti di forza: legame con il territorio, artigianalità della lavorazione e competenza dei produttori. Ma serve più comunicazione. Alcune immagini, come quelle delle forme di Ragusano che stagionano a cavallo delle travi, hanno colpito molto per la loro originalità e fascino”. Sulle criticità legate alle fasi di allevamento e soprattutto sulla riscoperta delle razze autoctone è intervenuto il ricercatore Rosario Petriglieri del Corfilac, che partendo da alcune criticità riscontrate ha offerto preziosi suggerimenti ai produttori.
Un progetto, insomma, che ha unito competenze agricole, scientifiche, economiche e comunicative. Un approccio sistemico, in cui la biodiversità non è solo da tutelare, ma da rendere sostenibile anche dal punto di vista del mercato. A conclusione dell’appuntamento, che ha visto anche l’intervento del direttore sanitario presso Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, Santo Caracappa, del sindaco del Comune di Ragusa, Giuseppe Cassì, dell’assessore comunale allo Sviluppo Economico, Giorgio Massari, del direttore IPA Ragusa Servizio 13, Giorgio Carpenzano e di Giuseppe Licitra in rappresentanza dell’azienda capofila Mezzasalma, sono stati degustati i prodotti caseari realizzati con latte di Modicana e di Cinisara. Simbolicamente, al termine della giornata, sono stati consegnati ai produttori i packaging studiati per promuovere questi formaggi tradizionali, un gesto concreto, grazie ai risultati scientifici presentati, per invogliare ancor di più i produttori a camminare con gambe più forti.