Nel fitto pacchetto di emendamenti alla nuova Manovra finanziaria, spunta una misura destinata a sostenere le famiglie che optano per l’istruzione non statale. Si tratta di un contributo economico fino a 1.500 euro per studente, finanziato attraverso uno stanziamento di 20 milioni di euro per l’anno 2026.
La proposta, che porta la firma di Mariastella Gelmini (Noi Moderati), affida al Ministero dell’Istruzione e del Merito il compito di gestire e distribuire le risorse.
I criteri di accesso: chi può beneficiare del voucher
Il sostegno non sarà generalizzato, ma mirato a specifici cicli scolastici e fasce di reddito. Ecco i dettagli principali:
- Grado scolastico: Il bonus è riservato a chi frequenta le scuole medie (secondaria di I grado) o il biennio iniziale delle scuole superiori (secondaria di II grado).
- Soglia reddituale: Il limite massimo per accedere al beneficio è fissato a un ISEE di 30.000 euro.
- Calcolo proporzionale: L’importo non sarà fisso: il valore del voucher crescerà al calare del reddito familiare, seguendo un criterio di equità sociale.
Il valore politico della misura
Oltre al sostegno economico, i promotori della norma sottolineano l’importanza simbolica del provvedimento. Secondo Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, l’emendamento rappresenta un passo avanti nel riconoscimento del principio di libertà di scelta educativa.
«Viene sancito concretamente in una Legge di Bilancio il diritto delle famiglie a scegliere il percorso formativo per i propri figli – ha commentato Lupi – richiamando direttamente l’articolo 30 della Costituzione, che assegna ai genitori il dovere e il diritto di istruire la prole indipendentemente dalle condizioni economiche».
Cosa accadrà ora
Con l’approvazione dello stanziamento di 20 milioni, si attende ora la definizione delle procedure operative. Il Ministero dell’Istruzione dovrà emanare i decreti attuativi per stabilire le date di presentazione delle domande e le modalità di erogazione, così da rendere il bonus operativo per l’anno scolastico 2026.




