Il sistema scolastico nazionale si arricchisce di un nuovo pilastro a sostegno delle famiglie. Grazie a un emendamento alla Legge di Bilancio 2026, il Senato ha dato il via libera al cosiddetto “Buono Scuola”: un voucher economico destinato a chi sceglie l’istruzione paritaria per i propri figli. La misura non è solo un supporto finanziario, ma un’affermazione del principio costituzionale della libertà di scelta educativa, estesa ora anche ai nuclei con minori possibilità economiche.
Il perimetro della misura: requisiti e beneficiari
Il bonus è stato pensato per una platea specifica, con l’obiettivo di intervenire laddove i costi della retta incidono maggiormente sul bilancio familiare.
- Limite ISEE: Il beneficio è riservato esclusivamente ai nuclei familiari con un ISEE non superiore ai 30.000 euro.
- Gradi di istruzione ammessi: Il voucher non copre l’intero percorso scolastico, ma si concentra sulla fascia intermedia:
- Scuole medie (secondaria di primo grado);
- Primo biennio delle superiori (secondaria di secondo grado).
- Esclusioni: Al momento, restano fuori dal contributo le scuole primarie (elementari) e il triennio finale delle scuole superiori.
Quanto spetta alle famiglie: il calcolo del voucher
Il tetto massimo del contributo è fissato a 1.500 euro per ogni studente, ma la cifra non sarà forfettaria. Il Ministero ha optato per un criterio di equità verticale: l’importo sarà calcolato in base a scaglioni inversamente proporzionali al reddito. In parole povere, minore è l’ISEE del nucleo, maggiore sarà l’aiuto erogato, fino a esaurimento del fondo complessivo stanziato di 20 milioni di euro.
Un dettaglio tecnico fondamentale riguarda il coordinamento territoriale: il calcolo del bonus statale terrà conto di eventuali sussidi o borse di studio già erogati dalle singole Regioni, al fine di ottimizzare la distribuzione delle risorse.
Il valore legale e i numeri del settore
È bene ricordare che, ai sensi della Legge 62/2000, le scuole paritarie sono a tutti gli effetti parte integrante del sistema nazionale di istruzione. I titoli di studio rilasciati hanno lo stesso valore legale di quelli statali. Ad oggi, questo comparto rappresenta una realtà solida: circa 12.000 istituti che accolgono oltre 790.000 studenti, coprendo quasi il 10% della popolazione scolastica italiana.
Prossimi passi: l’attesa del Decreto Operativo
Sebbene la norma sia inserita in Manovra, per l’invio delle domande bisognerà attendere un decreto attuativo congiunto tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e il Ministero dell’Economia (MEF). Questo atto dovrà definire:
- Le date e le piattaforme per la presentazione delle domande;
- I criteri precisi per la ripartizione dei fondi;
- Le modalità tecniche di erogazione del contributo.




