Il dibattito sulla prossima Legge di Bilancio si fa acceso, con i partiti di maggioranza che spingono per misure come il taglio dell’IRPEF e una nuova rottamazione delle cartelle. A raffreddare gli entusiasmi è intervenuto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha sottolineato come la situazione economica globale, con i conflitti internazionali e l’inflazione, abbia “complicato” il quadro.
Le priorità del governo e il nodo delle risorse
Parlando in Valle d’Aosta, Giorgetti ha specificato che le priorità, come la riduzione delle tasse per il ceto medio (sostenuta da Forza Italia e Fratelli d’Italia) e la rottamazione-quinquies (cavallo di battaglia della Lega), sono a rischio. Ha spiegato che l’aumento dei costi energetici, l’inflazione e gli impegni finanziari per sostenere l’Ucraina peseranno inevitabilmente sui bilanci nazionali.
Il ministro ha ribadito che l’entità della manovra dipenderà dai numeri, che il Ministero dell’Economia ha il compito di garantire. Un quadro più chiaro si delineerà a partire dal 22 settembre, quando l’Istat fornirà i dati sui conti economici nazionali. Questi numeri saranno fondamentali per la stesura del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), che sarà inviato al Parlamento a ottobre.
Le proposte al vaglio
Fino ad ora, l’attenzione si è concentrata su due misure principali:
Taglio dell’IRPEF: l’idea è di ridurre di due punti, dal 35% al 33%, la seconda aliquota per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro.
Rottamazione-quinquies: la proposta della Lega mira a permettere ai contribuenti di saldare i debiti fiscali con una rateizzazione fino a dieci anni, senza sanzioni, interessi o aggi. Tuttavia, le difficoltà economiche e geopolitiche potrebbero costringere il governo a rimodulare le proposte, introducendo correttivi e paletti più stringenti. Giorgetti ha concluso ribadendo l’impegno a proseguire su una “strada seria e credibile di finanza pubblica”, come fatto negli anni precedenti, pur continuando a sostenere i contribuenti con riduzioni fiscali e contributi.