La Rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali si conferma un punto cardine del Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP), presentato alla Camera venerdì 3 ottobre. Sebbene la nuova sanatoria sia un dato certo nella prossima Legge di Bilancio—come confermato dal presidente della commissione Finanze del Senato—le prime indiscrezioni indicano che la misura sarà più limitata e rigorosa rispetto alle versioni precedenti.
Il DPFP, che proietta l’Italia fuori dalla procedura d’infrazione europea con l’obiettivo di ridurre il deficit al 3% già nel 2025 (anno in cui il PIL è confermato allo 0,5%), necessita di un intervento fiscale mirato, che contenga i costi e selezioni i beneficiari.
Rateizzazione: Addio ai Dieci Anni
La novità principale riguarda la durata del piano di rientro. L’ipotesi iniziale che prevedeva 120 rate (dieci anni) è stata accantonata. Si punta a un tetto massimo di 96 rate, equivalenti a otto anni di dilazione.
Per rendere l’agevolazione gestibile dal punto di vista amministrativo e finanziario, è stato introdotto un vincolo stringente: la rata minima non potrà essere inferiore a 50 euro. Questo paletto è cruciale per evitare che il Fisco si trovi a gestire carichi esigui (si stima che quasi il 76% delle cartelle sia sotto i 1.000 euro) con rate troppo basse che comporterebbero costi di gestione sproporzionati.
Pagamenti Proporzionati e Debiti Ammessi
Si valuta un piano di pagamento proporzionato all’ammontare del debito, il che significa che i tempi più lunghi (le 96 rate) saranno concessi prevalentemente alle cartelle più consistenti. Per le quote più esigue, il piano sarà rimodulato con una durata inferiore, pur rispettando la rata minima di 50 euro.
Rispetto alle sanatorie passate, che concentravano il 20% del dovuto nelle prime due maxi-rate, il nuovo condono prevede che le quote siano di pari importo, distribuendo il carico in modo più omogeneo.
La rottamazione riguarderà i carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. Saranno escluse le tipologie non sanabili per vincolo normativo, tra cui sanzioni penali, aiuti di Stato da restituire e debiti già oggetto di precedenti rottamazioni decadute per mancato pagamento.
Controlli Più Rigidi e Più Flessibilità sui Pagamenti
Il Governo sta studiando vincoli più restrittivi per impedire l’accesso a coloro che hanno sfruttato i condoni passati (magari solo per bloccare fermi o pignoramenti) senza poi onorare le rate.
Allo stesso tempo, però, potrebbe essere attenuato il limite di un solo mancato pagamento per far scattare la decadenza dal beneficio, offrendo maggiore flessibilità ai contribuenti in momentanea difficoltà.