Una nuova “pace fiscale” che unisce il saldo e stralcio alla rottamazione dei debiti potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2026. L’obiettivo è offrire ai contribuenti in difficoltà un’opportunità per sanare la propria posizione con il Fisco, pur mantenendo un equilibrio con la tutela dei conti pubblici. Ma come potrebbe essere strutturata questa nuova misura?
Lezioni dal passato: saldo e stralcio e i suoi precedenti
Per capire le possibili forme che potrebbe assumere il provvedimento, è utile guardare alle misure simili adottate in passato.
Saldo e stralcio 2019: questa versione era destinata a chi si trovava in difficoltà economica e aveva un ISEE fino a 20.000 euro. Prevedeva lo stralcio parziale del debito, con il pagamento del capitale in percentuali ridotte: dal 16% per gli ISEE più bassi fino al 35% per quelli più alti.
Saldo e stralcio 2023: una misura diversa che prevedeva l’annullamento automatico dei carichi fino a 1.000 euro affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In alcuni casi, l’annullamento era solo parziale, escludendo il capitale e le spese di riscossione.
Le ipotesi per il 2026
Secondo gli esperti, è improbabile che la manovra del 2026 preveda lo stralcio totale dei debiti, una misura che si sovrapporrebbe alle procedure già esistenti per i crediti inesigibili.
Molto più probabile è invece il ritorno a una formula di saldo e stralcio parziale, simile a quella del 2019. L’idea sarebbe quella di consentire ai contribuenti di cancellare una parte del debito in cambio del pagamento di una percentuale del capitale residuo. Questa opzione offrirebbe un’opportunità concreta a chi è in difficoltà, pur salvaguardando una parte degli incassi statali.
L’obiettivo dichiarato è sempre quello di ridurre il “magazzino” dei crediti inesigibili, offrendo a chi non riesce a pagare un modo più semplice per chiudere la propria posizione, senza però penalizzare i cittadini che hanno sempre adempiuto ai propri doveri fiscali.