Il governo sta lavorando a una nuova pace fiscale che si preannuncia più selettiva e mirata rispetto al passato. Le ultime indiscrezioni rivelano un piano a più livelli, che include la Rottamazione quinquies, un nuovo Saldo e stralcio e persino lo stralcio automatico delle cartelle di piccolo importo.
Rottamazione Quinquies: 10 anni e un “ticket” per i grandi debiti
La Rottamazione quinquies non sarà generalizzata come le versioni precedenti, ma si concentrerà sui debiti più consistenti. La misura, che consente di sanare i debiti in 120 rate mensili (un arco di tempo di 10 anni), sarà accessibile solo a chi ha debiti superiori a 50.000 euro. L’obiettivo è aiutare i contribuenti in reale difficoltà economica, evitando però un condono indiscriminato.
Per prevenire abusi e garantire un rientro immediato per le casse dello Stato, si sta valutando l’introduzione di un meccanismo a due fasi: un’iniziale maxi-rata pari al 5% del debito complessivo, seguita poi dalle rate mensili più leggere. La proposta, promossa da esponenti come Alberto Gusmeroli e Massimo Garavaglia, risponde alla volontà del Ministro dell’Economia, Maurizio Leo, di un approccio mirato e sostenibile.
Saldo e stralcio: per chi ha debiti minori e redditi limitati
Accanto alla rottamazione per i grandi debitori, il governo sta studiando il ritorno del Saldo e stralcio, una misura destinata a chi ha debiti di importo ridotto (probabilmente inferiori a 1.000 o 5.000 euro) e si trova in gravi condizioni economiche. L’obiettivo è permettere a questi contribuenti di chiudere la partita col Fisco pagando solo una parte del debito, senza sanzioni o interessi. Si tratta di una strategia già sperimentata nel 2019, che si concentra sulle micro-cartelle la cui riscossione spesso non giustifica i costi amministrativi.
Stralcio automatico: l’idea per smaltire i debiti irrecuperabili
Infine, prende corpo l’ipotesi di uno stralcio automatico delle cartelle di piccolo importo. A suggerirlo è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), che vede in questa misura un modo per liberare risorse e personale dell’Agenzia delle Entrate, concentrando gli sforzi sui debiti più consistenti e recuperabili. L’UPB sottolinea che il 77% delle cartelle riguarda debiti inferiori a 1.000 euro, il cui costo di gestione è spesso superiore all’incasso effettivo. La proposta mira a un annullamento definitivo e senza pagamento, specialmente per i carichi più vecchi, come quelli anteriori al 2010.
L’idea, già in parte adottata nel 2023, potrebbe diventare una misura strutturale, in linea con il lavoro della Commissione Benedetti istituita presso il MEF. Questa commissione ha il compito di definire le strategie per il discarico delle cartelle meno produttive entro il 2025.
L’Autunno sarà il vero banco di prova
Il futuro di queste misure dipenderà dalla Legge di Bilancio 2026. A settembre inizierà il confronto in Parlamento, dove si valuteranno i costi e i benefici delle varie proposte. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra l’esigenza di aiutare i cittadini in difficoltà e la necessità di mantenere i conti pubblici in ordine, rispettando anche i vincoli europei.