Archiviata la pausa estiva, il governo si prepara ad affrontare l’elaborazione della Manovra finanziaria, che si preannuncia come un banco di prova per gli equilibri interni alla maggioranza. Il tema più caldo riguarda la gestione delle risorse limitate, contese tra la “pace fiscale” proposta dalla Lega e un potenziale taglio delle tasse per il ceto medio, sostenuto da Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Rottamazione Quinquies: la proposta della Lega
La Lega sta esercitando pressioni per inserire nella prossima Legge di Bilancio la Rottamazione quinquies, un nuovo condono fiscale che permetterebbe ai contribuenti di sanare i propri debiti con il Fisco. La misura, che sarebbe la quinta del suo genere, offrirebbe:
- Rateizzazione in 120 rate mensili (10 anni) senza interessi e sanzioni.
- Stralcio automatico delle cartelle esattoriali inferiori ai 1.000 euro.
Tuttavia, l’idea incontra scetticismo all’interno dell’esecutivo. I costi di una tale operazione sono elevati e altri partiti preferirebbero destinare le risorse a interventi diversi.
Taglio del ceto medio: la priorità di Fratelli d’Italia e Forza Italia
L’altra misura in cima all’agenda della maggioranza, in particolare di Fratelli d’Italia e Forza Italia, è un taglio delle tasse per il ceto medio. Dopo i recenti interventi sui redditi più bassi, l’obiettivo è ridurre le aliquote IRPEF per chi ha guadagni fino a 60.000 euro, con un taglio di due punti percentuali che farebbe scendere l’aliquota dal 35% al 33%. Un tale provvedimento non solo aumenterebbe il potere d’acquisto dei lavoratori, ma consentirebbe anche alle aziende di offrire stipendi più competitivi.
Spese per la difesa e posizione sui dazi
Oltre al dibattito fiscale, la Manovra dovrà fare i conti con altri impegni economici. Una parte delle risorse sarà vincolata all’incremento delle spese per la difesa, in linea con gli accordi presi in sede NATO. Si valuterà anche l’inserimento nel nuovo fondo Safe, che destinerà fino a 180 miliardi di euro per modernizzare gli equipaggiamenti militari europei.
Infine, il governo mantiene una posizione attendista riguardo ai dazi. Le stime del PIL sono già state aggiornate al ribasso nel DEF, ma si attenderanno i dati trimestrali di settembre per valutare quali settori necessiteranno di interventi diretti.