Il governo sta lavorando a una nuova pace fiscale che potrebbe trovare spazio nella Legge di Bilancio 2026. Le ultime indiscrezioni indicano che l’operazione si muoverebbe su un doppio binario: da un lato una Rottamazione Quinquies, la cosiddetta rateizzazione lunga delle cartelle, e dall’altro una nuova edizione del saldo e stralcio per i debiti di minore entità.
Rottamazione Quinquies, una versione selettiva per i grandi debitori
L’idea iniziale di una Rottamazione Quinquies, che permetterebbe la rateizzazione di 120 rate in 10 anni per tutti i debiti tra il 2000 e il 2023, sembra destinata a essere ridimensionata. Per rendere la misura più sostenibile per le casse pubbliche, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sta lavorando a correttivi che renderanno la sanatoria più selettiva.
Secondo le anticipazioni, la Rottamazione Quinquies potrebbe essere destinata principalmente ai contribuenti con cartelle di valore superiore a 50.000 euro. Inoltre, si valuta la possibilità di prevedere una prima maxi-rata che potrebbe arrivare al 5% del debito complessivo, abbandonando l’idea di rate iniziali di importo contenuto e uguale per tutti. Questo per evitare che la misura sia un onere troppo pesante per lo Stato.
L’idea di limitare il perimetro della sanatoria non è nuova, e già nelle scorse settimane si era discusso di un possibile intervento mirato ai soli contribuenti in stato di difficoltà economica.
Saldo e stralcio per i “Micro-Debiti”
In parallelo alla Rottamazione Quinquies, il piano del governo prevede un’operazione di saldo e stralcio per le cartelle di importo più basso. Questa misura, già introdotta dalla Legge di Bilancio 2019, si rivolgeva ai contribuenti in grave difficoltà economica e prevedeva non solo l’azzeramento di sanzioni e interessi, ma anche una riduzione del debito dovuto.
L’obiettivo è quello di sfoltire l’enorme “magazzino” dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che al 31 gennaio 2025 ha raggiunto la cifra astronomica di 1.272,90 miliardi di euro. Concentrandosi sui debiti più modesti attraverso un saldo e stralcio, si libererebbero risorse per la riscossione delle somme più consistenti.
Il tema è al centro del dibattito, e l’esito dei lavori di una Commissione istituita ad hoc per l’analisi del magazzino della riscossione sarà cruciale per la definizione dei futuri provvedimenti.
Un’interessante suggestione è arrivata dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), un organo solitamente non favorevole a misure di condono. L’UPB ha evidenziato in un’audizione al Senato che “un provvedimento di annullamento dei crediti o di discarico automatico di quelli più vetusti potrebbe avere un effetto positivo maggiore di quello ottenuto con le definizioni agevolate”. Questo perché quasi il 77% delle cartelle si riferisce a debiti entro i 1.000 euro e il 94% a debiti entro i 5.000 euro.
La discussione è destinata a riaccendersi in autunno, con l’avvio dei lavori per la stesura e l’approvazione della Manovra 2026. La Rottamazione e il saldo e stralcio si apprestano a occupare un posto di primo piano tra gli interventi fiscali in programma.