Modica – Una piazza Matteotti a Modica, ha accolto ieri sera, il Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini, intervenuto per sostenere la campagna referendaria promossa dal sindacato in vista del voto dell’8 e 9 giugno. Ad accoglierlo, tra gli altri, il Segretario regionale CGIL Mannino ed il segretario provinciale, Giuseppe Roccuzzo e Ignazio Giudice, Segretario d’Organizzazione Cgil Sicilia. L’intervento, di Landini, vibrante e ricco di passione civile, si è concentrato sul valore democratico del referendum, strumento attraverso cui il popolo può esercitare la propria sovranità in modo diretto, superando la disaffezione crescente verso la rappresentanza politica tradizionale.
“Non si vota per un partito, non si vota per me, si vota per i propri diritti, per i figli, per il futuro del lavoro e della democrazia”, ha affermato Landini. “Votare significa ridare voce a milioni di persone che oggi si sentono escluse, precarie, sfruttate”. Durante il comizio, il Segretario ha denunciato l’eccessiva concentrazione del potere legislativo in mano all’attuale maggioranza parlamentare, ricordando che nessuno oggi può dirsi rappresentativo della maggioranza effettiva del Paese, data la crescente astensione. “Chi ha vinto governa legittimamente – ha detto – ma non può usare la propria forza per stravolgere unilateralmente la Costituzione.” Tra i punti salienti del suo discorso, Landini ha ricordato i quattro quesiti referendari in materia di lavoro: dalla reintroduzione dell’articolo 18 contro i licenziamenti ingiusti, alla revisione delle norme sugli appalti e subappalti, passando per la restituzione della piena funzione al giudice in caso di licenziamento illegittimo nei piccoli contesti aziendali, fino alla limitazione dell’uso strutturale dei contratti a termine. “Questi referendum – ha sottolineato – non chiedono privilegi, ma diritti universali.
Vogliono rimettere al centro la persona, la dignità del lavoro, la giustizia sociale.” Ampio spazio è stato riservato alla critica dell’attuale modello economico e fiscale, che premia la rendita e penalizza il lavoro. Il segretario ha evidenziato, dati alla mano, che il carico fiscale grava in modo sproporzionato su lavoratori dipendenti e pensionati, mentre i grandi profitti spesso sfuggono a una reale redistribuzione. “Non è accettabile – ha detto – che chi lavora paghi più tasse di chi vive di rendita.” Nel suo intervento, Landini ha richiamato la memoria delle lotte sociali degli anni ’60 e ’70, sottolineando come conquiste come lo Statuto dei Lavoratori e il Servizio Sanitario Nazionale siano frutto di impegno collettivo, non di concessioni. “I diritti non ci sono stati regalati, li abbiamo conquistati. E oggi dobbiamo difenderli, per noi e per chi verrà dopo di noi.” Il Segretario ha infine lanciato un appello alla mobilitazione: “Il vero avversario non è chi ha un’opinione diversa, ma l’indifferenza. Se vogliamo davvero cambiare, dobbiamo convincere chi non vota più che oggi può e deve tornare a contare.” La tappa modicana si inserisce nel tour nazionale della CGIL che toccherà tutte le regioni italiane con l’obiettivo di superare il quorum referendario e aprire una stagione nuova di diritti e partecipazione.