Modica – Uno dei simboli più preziosi e fotografati del centro storico di Modica, la Chiesa del Carmine, si riappropria della sua originaria bellezza. L’Onorevole Ignazio Abbate, promotore dell’emendamento alla finanziaria regionale che ha permesso il finanziamento dei lavori, ha partecipato ieri insieme al Vescovo di Noto, Mons.Rumeo, all’evento organizzato per celebrare la conclusione del delicato intervento di restauro che ha interessato la facciata del monumento. L’intervento ha interessato il consolidamento della struttura esterna, il recupero di preziosi reperti interni ed ha sanato una situazione critica.
La facciata, una delle rare testimonianze pre terremoto del 1693, versava in condizioni di grave degrado a causa di secoli di incuria, inquinamento e, soprattutto, a una forte umidità di risalita che aveva causato l’erosione di ampie porzioni di pietra e infiltrazioni d’acqua.I lavori, eseguiti con tecniche all’avanguardia e l’utilizzo di materiali “green” non tossici, hanno permesso di eliminare le vecchie stuccature approssimative, di rimodellare le forme lapidee ormai compromesse dal tempo, di ripulire e uniformare la superficie, restituendo alla pietra locale il suo naturale splendore. “Vedere la facciata libera dalle impalcature e restituita alla città è un’emozione profonda,” dichiara l’Onorevole Ignazio Abbate. “Abbiamo lavorato incessantemente per consegnare quest’opera alla comunità modicana e ai tantissimi turisti che ogni anno la ammirano.
Grazie a questo intervento, la Chiesa si armonizza perfettamente con l’attiguo ex Convento, ricomponendo quella ‘cartolina’ architettonica che rende unica la nostra piazza principale.” Dopo la consegna della facciata sarà ora la volta dei preziosi teleri quaresimali, rinvenuti casualmente nei depositi dell’ex convento. Un tassello fondamentale per la storia dell’arte religiosa locale che tornerà presto fruibile. “Un ringraziamento speciale va alla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Ragusa, in particolare al dott. De Marco e al geometra Giunta, per la costante e preziosa collaborazione. Un grazie va anche al parroco, Don Antonio Sparacino, e a tutti i tecnici e le artiste che hanno lavorato con dedizione, anche sotto temperature proibitive, per il bene della nostra città.”




