Avola – “Ad Avola non c’è dissesto: la Corte dei conti ha certificato il buon esito del piano di riequilibrio. Il Comune ha chiuso un percorso decennale iniziato nel 2014 per affrontare oltre 21 milioni di euro di squilibri ereditati. È stato un lavoro lungo, fatto di scelte difficili ma responsabili: pagamento dei debiti, tagli ai costi superflui, rigore nella spesa e maggiore efficienza nella gestione delle entrate”. É soddisfatta il sindaco Rossana Cannata: il Comune di Avola ha concluso positivamente il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale 2014–2023, approvato dalla Corte dei conti nel 2015 e formalmente chiuso dalla stessa Sezione di controllo per la Regione Siciliana con la deliberazione n. 182/2025.
Non c’è quindi dissesto: il lungo percorso di risanamento iniziato nel 2014 ha consentito di fronteggiare squilibri per oltre 21 milioni di euro, frutto di esposizioni debitorie e debiti fuori bilancio, ripianati negli anni attraverso pagamenti, piani di rientro e un insieme di misure correttive sugli equilibri di bilancio. “Questo risultato – prosegue il sindaco – non è uno slogan ma un dato certificato dalla Corte dei conti. In questi anni Avola ha superato una fase complessa senza tagliare i servizi essenziali ai cittadini e continuando a investire su opere pubbliche, scuola, sociale e manutenzioni. È la dimostrazione che, quando si governa con serietà e continuità, anche situazioni molto difficili possono essere rimesse in ordine”. La Corte dei conti, nella delibera ha richiamato l’attenzione del Comune su alcuni aspetti tecnici: in particolare il rafforzamento della riscossione dei tributi e conseguente gestione dei residui attivi oltre che il controllo costante degli equilibri di bilancio, alla luce anche delle tensioni di cassa legate a anticipazioni di tesoreria e maggiori oneri finanziari. “Su questo punto voglio essere molto chiara – sottolinea Cannata –: il percorso di risanamento si è concluso positivamente, ma non significa che possiamo abbassare la guardia.
La Corte dei conti chiede di continuare con attenzione sulla riscossione, sulla riduzione dei residui e sul monitoraggio degli equilibri. È una fase nuova in cui occorre con rigore consolidare i risultati raggiunti e ognuno dovrà contribuire. Pagare il dovuto, senza ritardi, né evasione, non è soltanto un obbligo di legge ma un atto di responsabilità verso la nostra comunità. Ogni tributo riscosso correttamente significa più capacità di mantenere le strade, le scuole, l’illuminazione, i servizi sociali. Chi non contribuisce mette in difficoltà l’intera città come emerge dalla delibera della Corte dei Conti. Il messaggio è semplice: se vogliamo continuare ad avere bilanci in equilibrio, investimenti e servizi, ognuno deve fare la propria parte”.




