Catania – Le associazioni di categoria firmatarie esprimono forte preoccupazione in merito al nuovo bando per il rinnovo del Consiglio della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, pubblicato l’1 ottobre dopo la riunione ufficiale del 24 settembre presso la sede camerale di Catania. Un percorso avviato nel lontano febbraio 2022, che avrebbe dovuto concludersi con il ripristino della normale rappresentanza democratica, rischia oggi di trasformarsi in un’occasione mancata di equità e pluralismo.
A destare stupore è soprattutto la decisione di modificare drasticamente i parametri relativi alle quote minime di adesione valide per la verifica della rappresentatività. Rispetto al bando del 2024, poi inspiegabilmente revocato, le nuove soglie risultano notevolmente aumentate, in alcuni casi addirittura quintuplicate. Particolarmente rilevante è il caso del settore Industria, che non è costituito soltanto da grandi aziende, ma comprende oltre 20.000 imprese attive nelle province di Catania, Ragusa e Siracusa. Con la soglia proposta si rischia di escludere dal diritto a partecipare all’assegnazione del seggio tutte le associazioni che rappresentano micro e piccole imprese industriali – cioè la maggior parte del tessuto produttivo locale. Ciò comporterebbe una grave alterazione di rappresentanza previsto dalla Legge 580/1993, svuotando di significato il principio democratico alla base della vita camerale.
Viene spontaneo chiedersi che senso abbiano queste limitazioni della “democrazia economica”, che non sono previste da alcuna norma. La legislazione vigente richiede solo che le quote associative non siano meramente simboliche e siano state effettivamente versate: nulla impone soglie così elevate. Perché, dunque, introdurre un requisito tanto selettivo senza alcuna motivazione oggettiva? A ciò si aggiunge che molte proposte – presentate da più associazioni – sono rimaste completamente inascoltate. Tra queste, a esempio: l’estensione del termine per produrre la documentazione di iscrizione e pagamento, il mantenimento del limite di controllo dei soci dichiarati al 5%, in linea con le indicazioni ministeriali, l’indicazione di scadenze certe per la conclusione delle verifiche da parte della Camera, la previsione di ulteriori controlli documentali in caso di dati palesemente anomali. Tutte osservazioni volte a garantire rigore, ma anche trasparenza e parità di condizioni.
In Sicilia, le Camere di Palermo/Enna e Messina hanno adottato criteri più equilibrati. Anche a livello nazionale, i casi recenti di Firenze e Roma dimostrano che è possibile rispettare la legalità senza rinunciare all’inclusività. Perché allora il Sud Est dovrebbe seguire una strada diversa?
Le Associazioni firmatarie chiedono una partecipazione paritaria che tenga conto della reale struttura economica del territorio, evitando così l’avvio di una serie di ricorsi e controricorsi che avrebbero l’effetto di procrastinare ulteriormente il rinnovo del Consiglio Camerale della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia.
Associazioni firmatarie:
• Associazione Don Luigi Sturzo
• Assoesercenti Sicilia
• CIDEC Catania
• CNA Catania
• CNA Siracusa
• CNA Ragusa
• Compagnia delle Opere Sicilia
• Confartigianato Catania
• Confartigianato Ragusa
• Confcommercio Catania
• Confcommercio Siracusa
• Confcommercio Ragusa
• Federterziario Catania
• Feditalimprese Sicilia
• Unimpresa Sicilia
• UNSIC
• UPIA Casartigiani Catania
. CASARTIGIANI RAGUSA
. CASARTIGIANI SIRACUSA
• UPLA Claai Catania
• UPLA Claai Siracusa
• UPLA Claai Ragusa