La discussione sulla nuova rottamazione-quinquies entra nel vivo. Entro venerdì 12 settembre, la Commissione Finanze del Senato dovrà valutare gli emendamenti al disegno di legge, che punta a estendere il piano di pagamento dei debiti fiscali fino a 120 rate mensili (10 anni). L’obiettivo è rendere la sanatoria più sostenibile per le casse dello Stato e limitare il fenomeno dei “debitori seriali”.
I costi e il nodo dei “debitori seriali”
Il costo stimato dell’operazione, se attuata su larga scala, si aggira intorno ai 5,2 miliardi di euro, una cifra che rende inevitabile l’introduzione di filtri per l’accesso. Tra le ipotesi al vaglio ci sono l’applicazione di soglie di debito e la chiusura delle “porte girevoli” che hanno permesso in passato a contribuenti recidivi di usare le sanatorie per bloccare azioni esecutive come fermi e pignoramenti, senza poi saldare il dovuto.
Le precedenti quattro edizioni della rottamazione hanno lasciato un “buco” di circa 48 miliardi di euro nelle casse dello Stato e non hanno inciso in modo significativo sui 1.280 miliardi di arretrati del “magazzino” della riscossione.
Le priorità della Manovra
La discussione sulla rottamazione si inserisce nel contesto dei lavori per la prossima Manovra di Bilancio, che dovrà affrontare altre priorità fiscali. In cima alla lista c’è la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, con l’ampliamento dello scaglione fino a 60.000 euro. L’approvazione di queste misure dipenderà dalla capacità del Governo di reperire le risorse necessarie.