Il governo lancia una nuova ondata di incentivi per le auto elettriche, con una dotazione di 597 milioni di euro provenienti dal PNRR. Il bonus, che può arrivare fino a 11.000 euro, si configura come uno sconto diretto sul prezzo d’acquisto. Tuttavia, l’accesso a questi fondi è soggetto a requisiti stringenti che limitano la platea dei potenziali beneficiari.
Requisiti per i privati: rottamazione, ISEE e residenza
Il bonus è riservato esclusivamente all’acquisto di auto elettriche. Per accedervi, il richiedente deve rispettare precise condizioni:
- Rottamazione obbligatoria: È necessario rottamare un veicolo con motore termico (fino a Euro 5) di cui si è proprietari da almeno sei mesi. Questo include circa 20 milioni di auto immatricolate fino al 2015.
- Reddito ISEE: L’importo del bonus varia in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente del nucleo familiare. Si possono ottenere 11.000 euro con un ISEE inferiore a 30.000 euro, e 9.000 euro con un ISEE tra 30.000 e 40.000 euro.
- Residenza in “aree funzionali”: I richiedenti devono risiedere in un’area urbana definita “funzionale” dall’ISTAT, che comprende le città con più di 50.000 abitanti e i comuni limitrofi.
- Prezzo massimo del veicolo: L’auto da acquistare non deve superare un prezzo di listino di 35.000 euro (IVA esclusa), pari a 42.700 euro con IVA.
È importante notare che l’incentivo non è cumulabile con altri bonus statali o europei e non si applica al noleggio.
Le regole per le microimprese
Anche le microimprese (con meno di 10 dipendenti) possono beneficiare di un bonus per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici (categorie N1 e N2). In questo caso, il contributo è di 20.000 euro per veicolo, con un tetto massimo del 30% del prezzo d’acquisto.
Incentivi a rischio flop?
Le numerose condizioni imposte sollevano dubbi sull’efficacia della misura. L’obbligo di rottamazione, i limiti di reddito e di residenza restringono significativamente il numero di potenziali acquirenti. Persone che non hanno un’auto da rottamare, che vivono al di fuori delle aree funzionali o che superano la soglia ISEE non avranno accesso al bonus. Inoltre, le partite IVA e le aziende di dimensioni leggermente superiori alle microimprese sono escluse.
Il rischio, come sottolineano gli esperti, è che una parte consistente dei quasi 600 milioni di euro stanziati possa rimanere inutilizzata a causa della complessità dei requisiti.