La dieta a basso contenuto di zuccheri (o regime ipoglicidico) è un approccio nutrizionale che si concentra sulla riduzione dei glicidi (carboidrati, inclusi zuccheri e amidi) nell’alimentazione quotidiana. Sebbene sia universalmente nota per il controllo del peso, questa restrizione è spesso un requisito terapeutico fondamentale.
La limitazione dei carboidrati è essenziale nel trattamento di:
- Iperglicemia e Diabete: Dove è vitale monitorare l’apporto di glucosio a causa dell’insufficiente azione dell’insulina.
- Malattie Cardiovascolari: La riduzione degli zuccheri aiuta a limitare la formazione di ateromi (placche nelle arterie), prevenendo gli esiti dell’infarto.
- Obesità: I glicidi in eccesso, spesso veicolati da bevande zuccherate, alcol e dolciumi, rappresentano un apporto calorico superfluo.
La riduzione dei carboidrati al minimo necessario non solo favorisce la correzione dell’obesità, ma può anche migliorare le iperlipidemie (eccesso di grassi nel sangue), un problema non sempre legato solo all’abuso di grassi. Tale taglio può essere compensato da un aumento della quota proteica.
È importante ricordare che l’organismo è in grado di produrre autonomamente il glucosio (il combustibile di cellule e muscoli) partendo dalle riserve di grasso e, se necessario, dai tessuti proteici (processo chiamato gluconeogenesi).
Classificazione degli alimenti in base ai glicidi
Per strutturare un regime ipoglicidico efficace, gli alimenti possono essere classificati in tre gruppi in base al loro contenuto di carboidrati (espresso come percentuale sul totale calorico):
1. Alimenti Poveri di Glicidi (10%) – Consumo quasi libero
Sono le fondamenta della dieta e possono essere consumati con una certa libertà, sebbene sia sempre necessario il buon senso sulle quantità:
- Proteine: Tutte le carni, pesci, crostacei, molluschi, uova, latte e yogurt.
- Verdure (Molte): Lattuga, pomodori, cetrioli, spinaci, asparagi, melanzane, cavolfiore, peperoni, funghi e cicoria.
2. Alimenti a contenuto medio di glicidi (10% – 20%) – consumo controllato
Questi alimenti richiedono una moderazione delle porzioni:
- Verdure Amilacee: Carote, patate, carciofi, barbabietole, piselli.
- Frutta (Moderata): Mele, pere, ciliegie, albicocche, ananas.
- Cereali: Pane, pasta, riso, semolino (inclusi quelli integrali).
3. Alimenti ricchi di glicidi (>20%) – consumo estremamente limitato o proibito
Rappresentano la quota da eliminare o ridurre drasticamente:
- Legumi Secchi
- Frutta Ad Alto Contenuto: Banane, uva, fichi, castagne, datteri e tutta la frutta secca o sciroppata.
- Dolciumi: Zucchero da tavola, caramelle, cioccolata, marmellata, miele, prodotti di pasticceria.
- Bevande Zuccherate e Alcoliche: Liquori, vini dolci, birra, sidro, succhi di frutta confezionati e sciroppi.
Zuccheri: amido vs. saccarosio
I glicidi presenti nei nostri alimenti si manifestano principalmente come:
- Amido: Si trova nei cereali (pane, riso), patate e legumi secchi. È considerato uno zucchero ad assorbimento lento, con un’azione energetica più sostenuta e duratura. In una dieta equilibrata, dovrebbe rappresentare circa il 55% della razione glicidica totale.
- Saccarosio: Lo zucchero comune (da barbabietola o canna). È uno zucchero ad assorbimento rapido (“a colpo di fulmine”) e deve limitarsi a non più del 20% della razione glicidica (8% – 10% delle calorie totali).
Fruttosio ed edulcoranti: sostituti sotto la lente
Nel regime ipoglicidico, sorgono spesso domande sui sostituti dello zucchero:
- Fruttosio: Sebbene sia metabolizzato in gran parte senza l’intervento diretto dell’insulina (un vantaggio teorico per i diabetici), presenta notevoli difetti:
- Fornisce comunque 4 calorie per grammo (come il saccarosio), rendendo necessario un uso moderato per chi deve perdere peso.
- Si trasforma molto rapidamente in lipidi, un grave problema per il rischio aterosclerosi, già aumentato in chi soffre di diabete. Il suo uso è concesso solo se il diabete non è grave ed è bandito in caso di patologie importanti.
- Edulcoranti di Sintesi: Sostanze prive di potere calorico, ma con elevato potere dolcificante (es. saccarina, ciclammati, aspartame). Non sono indispensabili — è preferibile abituarsi a non dolcificare affatto — ma possono essere d’aiuto per chi fatica ad accettare una dieta già restrittiva in grassi e alcol. Il loro utilizzo è giustificato per mantenere il piacere del sapore dolce, purché non si abusi.
- Saccarina: Il più antico edulcorante, non calorico, con un potere dolcificante $\text{300}$ – $\text{500}$ volte superiore al saccarosio.
- Ciclammati e Aspartame: Sostituti più recenti, con varie controversie legate alla tossicità in dosi elevate, ma ampiamente usati nell’industria alimentare.




