Il governo Meloni sta concretamente valutando l’introduzione di una nuova tranche di “rottamazione” delle cartelle esattoriali, la cosiddetta “rottamazione quinquies”. La misura, attesa con interesse da molti contribuenti italiani, potrebbe trovare spazio nella prossima Legge di Bilancio o in un decreto specifico previsto per l’autunno 2025. I partiti di maggioranza sono già al lavoro su una bozza per definirne i contorni.
Il Cantiere della Rottamazione: Le Aperture del Viceministro Leo
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha recentemente confermato l’apertura del Governo sia sul taglio dell’IRPEF che sulla rottamazione, sottolineando come le due misure possano “viaggiare insieme”, a patto di trovare le necessarie coperture finanziarie. L’obiettivo primario, ha ribadito Leo, è “aiutare il ceto medio”.
Un ruolo chiave nella definizione della misura spetta a una commissione ministeriale, incaricata di monitorare il “magazzino fiscale”. “La commissione ha fatto un monitoraggio del carico del magazzino dal 2000 al 2024 – sono 1.275 miliardi che saranno pure aumentati – per verificare come gestire questo magazzino”, ha spiegato Leo. L’intento è “selezionare una parte di questo magazzino che può entrare in un meccanismo di rottamazione e valutarne tempi e modalità”. Anche il Ministro Giorgetti ha espresso l’intenzione di affrontare il tema in modo completo con la prossima Legge di Bilancio.
Il “Magazzino Fiscale”: Cifre e Prospettive
Al 31 gennaio 2025, il “magazzino fiscale” contava quasi 1.300 miliardi di euro di crediti non riscossi relativi al periodo 2000-2024. Di questa cifra imponente, circa la metà – 537,75 miliardi di euro – è considerata non più riscuotibile per varie ragioni di inesigibilità. Altri 167,31 miliardi di euro rappresentano crediti con profilo di riscuotibilità incerto. Le aspettative di effettiva riscossione si concentrano su 567,85 miliardi di euro, meno della metà del totale complessivo.
Questi numeri, in attesa di un aggiornamento, saranno fondamentali per il Governo nella modulazione delle prossime strategie. All’interno della maggioranza, la Lega spinge con decisione per la rottamazione quinquies, mentre Forza Italia privilegia il taglio del cuneo fiscale, anche per il ceto medio.
Criticità e Nodi da Sciogliere
Il ricorso reiterato a sanatorie come la rottamazione solleva però diverse criticità. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) ha avvertito che l’introduzione della rottamazione quinquies “aumenta la complessità della riscossione e alimenta aspettative di futuri sconti e condoni, con ripercussioni sulle entrate”.
Giovanni Spalletta, direttore generale del Dipartimento delle Finanze del MEF, ha evidenziato un’altra problematica: la rottamazione quinquies “allunga il periodo interessato [fino al 31 dicembre 2023] e si allunga la rateazione, ma non sono previsti interessi di rateazione”. Questo, secondo Spalletta, “crea una sperequazione non giustificata: bisogna omogeneizzare le regole del gioco”.
Tra le osservazioni tecniche, emerge la questione delle 120 rate: sebbene efficaci per crediti elevati, potrebbero non essere congrue per debiti di importo minore. Si valuta quindi la possibilità di una graduazione del numero di rate in base all’entità del debito. Anche la Corte dei Conti ha espresso dubbi, richiamando le ricadute negative dei precedenti provvedimenti di definizione agevolata: rischio di abbassamento della compliance, difficoltà operative per l’Agente della Riscossione e distrazione dai compiti ordinari.
Flessibilità e Connessioni con il Futuro Pensionistico
Dalle prime indiscrezioni, la nuova tranche della pace fiscale promette molta flessibilità. Non sono previste maxi-rate iniziali, i pagamenti mensili (anziché trimestrali) avranno tutti lo stesso importo e il piano di ammortamento sarà raddoppiato nel tempo. Inoltre, saranno tollerati fino a otto mancati pagamenti prima di decadere dai benefici della misura. Questo punto, tuttavia, potrebbe creare distorsioni rispetto ai sistemi ordinari di risoluzione delle pendenze fiscali, risultando più favorevole per chi aderisce alla definizione agevolata. Andranno inoltre definite le tipologie di debiti che verranno escluse dalla rottamazione.
Un aspetto rilevante della rottamazione è il suo legame con la previdenza. Per lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e professionisti con debiti nei versamenti INPS, la sanatoria offre la possibilità di recuperare i contributi pregressi e, di conseguenza, raggiungere più facilmente i requisiti per la pensione di vecchiaia o per forme di anticipo. La definizione agevolata permette di dilazionare il debito contributivo fino a 10 anni.
Va però precisato che i contributi vengono riconosciuti al lavoratore solo quando la posizione debitoria è interamente saldata. Questo significa che rateizzando il debito in 10 anni, si posticipa di un decennio il riconoscimento dei contributi mancanti e, di conseguenza, l’accesso alla pensione. D’altra parte, se i contributi pendenti consentono di raggiungere l’accesso a una pensione anticipata, potrebbe essere più conveniente saldare il debito nel minor tempo possibile.