Ragusa – “Negli ultimi giorni, la cronaca politica ha acceso i riflettori su una dinamica che rischia di allontanare la politica dalle reali priorità delle comunità iblee. Si moltiplicano, infatti, le richieste di “chiarimenti”, “appartenenze”, “autodefinizioni” come se il dibattito pubblico dovesse ridursi a una questione di etichette e collocazioni, invece che di idee, risultati e responsabilità verso i cittadini. È comprensibile che, dopo un’elezione di secondo livello come quella provinciale, si moltiplichino le riflessioni. Ma è altrettanto doveroso ricordare che l’azione politica, specie quella amministrativa, si misura nei fatti e non nei comunicati.
Chi ha scelto di mettere la propria credibilità personale al servizio del territorio – senza pretendere poltrone, senza rivendicare rendite di posizione – lo ha fatto con spirito di servizio, non certo per alimentare polemiche retrospettive. Il progetto civico Voce Comune, sostenuto con convinzione dal Movimento per l’Autonomia, nasce proprio da questo spirito: superare le vecchie logiche di apparato per valorizzare la buona politica che nasce dai territori, che conosce le esigenze delle famiglie, delle imprese, dei giovani, e che si misura ogni giorno con le sfide della realtà, non con i regolamenti di un congresso. Le semplificazioni, le forzature interpretative e il bisogno di identificare “chi sta con chi” appartengono a una stagione che il nostro territorio ha già superato. Oggi la vera domanda che i cittadini pongono è un’altra: chi è in grado di risolvere i problemi? Chi riesce a far crescere i Comuni senza aspettare l’autorizzazione di Roma o Palermo per ogni decisione? Il MPA, con serietà e coerenza, continuerà a sostenere ogni amministratore che sceglierà la strada della responsabilità, del dialogo costruttivo e della fedeltà ai territori, prima ancora che alle sigle.
E continuerà a credere che il centrodestra, per essere davvero competitivo e credibile, debba saper includere, ascoltare, rinnovare – non solo ripetere. Se davvero si vuole costruire una prospettiva condivisa, non serve alzare i toni. Serve abbassare gli steccati, ricucire e progettare. La politica, quando è matura, parla poco e lavora molto. È questo lo stile che ci sentiamo di portare avanti. Senza clamore. Senza secondi fini. Con la forza tranquilla di chi sa che, alla lunga, la coerenza vince più delle dichiarazioni”.