Un emendamento di straordinaria importanza simbolica e pratica è quello approvato oggi in Aula da parte dell’ARS. L’emendamento riguarda l’assunzione alla Regione di donne residenti in Sicilia vittime di femminicidio con deformazione o sfregio permanente del viso. Prevista anche l’assunzione di un figlio della vittima qualora la stessa sia stata uccisa. Grazie all’emendamento odierno, nella norma già approvata nel gennaio del 2024, è stata inserita la retroattività dunque l’assunzione spetta anche a donne vittime di episodi di femminicidio avvenuti anche prima della data dell’entrata in vigore della legge ma comunque all’interno dei confini regionali.
E’ fatto obbligo, per usufruire della norma, essere residenti in Sicilia e cittadini italiani. “Un intervento legislativo – commenta il Presidente della I Commissione Affari Istituzionali On. Ignazio Abbate – che punta a modificare l’articolo 118 della legge regionale 3/2024, introducendo un elemento importante: la retroattività. La normativa attualmente in vigore riconosceva già alle vittime di violenza, così come ai figli delle donne uccise, lo stesso trattamento riservato a chi ha subito crimini di mafia. Per volere del presidente Schifani, questo aiuto è stato ulteriormente esteso aggiungendo la territorialità dei fatti. In Commissione abbiamo subito compreso l’importanza di questo emendamento che allarga la platea di coloro che ne possono usufruire. Purtroppo il lavoro non ridarà alle donne la loro vita di prima ma sicuramente rappresenta uno sprone a ripartire sapendo di avere vicino le istituzioni”.