Il pacchetto famiglia della nuova Manovra conferma anche per l’anno a venire il cosiddetto “Bonus Mamme”, una misura strutturata per alleggerire la pressione economica sulle lavoratrici con figli. L’agevolazione si presenta con una duplice veste: un contributo monetario diretto per le madri e un incentivo contributivo per le aziende che scelgono di assumere donne con famiglie numerose.
1. Il contributo mensile: chi ne ha diritto
Il bonus, pari a 60 euro mensili (per un totale di 720 euro annui), verrà erogato per ogni mese o frazione di mese di attività lavorativa. La platea dei beneficiari comprende sia le lavoratrici dipendenti che le autonome, a patto di rispettare precisi requisiti:
- Composizione familiare: È necessario avere almeno due figli.
- Soglia di reddito: Il reddito annuo complessivo non deve superare i 40.000 euro.
2. Limiti d’età e durata del beneficio
Il legislatore ha stabilito scadenze differenziate in base alla numerosità del nucleo familiare:
- Due figli: Il bonus viene corrisposto fino al compimento del 10° anno di età del figlio più piccolo.
- Tre o più figli: La protezione si estende notevolmente, coprendo il periodo fino alla maggiore età (18 anni) del figlio minore.
3. Sgravi per le imprese: l’esonero contributivo
Accanto al sostegno diretto alle lavoratrici, la Manovra 2026 introduce una forte spinta all’occupazione femminile attraverso leve fiscali per i datori di lavoro. Le aziende che assumono donne con almeno tre figli potranno beneficiare di un esonero contributivo totale per 24 mesi.
Questa misura punta a combattere il “gender gap” e a favorire il rientro o l’ingresso nel mercato del lavoro di madri che, a causa della gestione familiare, rischiano spesso l’emarginazione professionale.




