La nuova Rottamazione Quinquies si delinea come un’operazione di chirurgia fiscale mirata. A differenza di passati condoni indiscriminati, questa misura punta a regolarizzare le posizioni di chi ha rispettato gli obblighi dichiarativi ma non è riuscito a onorare i pagamenti. Il provvedimento copre un arco temporale di oltre vent’anni, accorpando i carichi affidati alla riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023.
Chi resta fuori: il paletto della regolarità dichiarativa
Il legislatore ha introdotto un requisito d’accesso rigoroso: l’agevolazione è riservata esclusivamente a chi ha presentato regolarmente le dichiarazioni fiscali.
- Sì al beneficio: per chi ha dichiarato le tasse ma non le ha versate, come nei casi di debiti risultanti da liquidazioni automatiche o accertamenti su dichiarazioni presentate.
- No al beneficio: per gli evasori totali o chi ha omesso di presentare i modelli fiscali. In questo caso, la Quinquies non offre alcuna via d’uscita, confermando la volontà di non sanare le posizioni totalmente irregolari.
I vantaggi: cosa viene tagliato
L’adesione permette di abbattere drasticamente l’importo delle cartelle. Il contribuente dovrà corrispondere:
- La quota capitale del debito.
- Le spese di notifica e gli eventuali oneri procedurali.
Vengono invece completamente azzerate le sanzioni, gli interessi di mora e gli interessi iscritti a ruolo, oltre all’aggio della riscossione.
Rateizzazione lunga e il vincolo dei 100 euro
Per chi non può saldare il debito in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026, la norma offre una flessibilità senza precedenti, ma con regole precise:
- Fino a 54 rate: il debito può essere spalmato su quasi un decennio, fino al 2035.
- Soglia minima di 100 euro: ogni singola rata non può scendere sotto questa cifra. Questo significa che se il debito residuo è basso, il numero di rate si ridurrà automaticamente. Ad esempio, un debito di 1.200 euro potrà essere diviso al massimo in 12 rate, non in 54.
- Interessi al 3%: sulle rate successive alla prima si applica un tasso d’interesse annuo che, dopo le ultime modifiche parlamentari, è sceso dal 4% al 3%.
La procedura: scadenze e rischi di decadenza
L’iter per agganciare la sanatoria segue un calendario serrato. La domanda di adesione va inviata telematicamente entro il 30 aprile 2026. Entro il successivo 30 giugno, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione risponderà con il conteggio esatto e il bollettario.
Attenzione ai pagamenti: la puntualità è l’unico modo per mantenere i benefici. Il mancato o insufficiente versamento di due rate, anche non consecutive, o dell’ultima rata comporta la decadenza immediata. In quel caso, le sanzioni e gli interessi precedentemente abbuonati verranno ripristinati integralmente e le somme già pagate saranno considerate solo come acconto sul debito totale.




