La Rottamazione Quinquies delle cartelle, introdotta nel Disegno di Legge della Manovra 2026, è al centro di un dibattito politico che vede il vicepremier Matteo Salvini pronto a modificarne i criteri di accesso tramite emendamenti della Lega. L’obiettivo è chiaro: allargare la platea dei beneficiari per includere categorie al momento escluse.
Il segretario della Lega ha ribadito che la “pace fiscale” resta una priorità del partito e che il DdL può ancora essere migliorato.
Il perimetro attuale della sanatoria
La misura, che il Governo stima possa interessare circa 16 milioni di italiani (compresi i precedenti aderenti alla Quater), prevede attualmente quanto segue:
- Cartelle coinvolte: Quelle relative al periodo 1 gennaio 2000 – 31 dicembre 2023.
- Rateizzazione record: Fino a 54 rate bimestrali nell’arco di 9 anni.
- Inclusione Enti Locali: Ammessi i tributi locali, come IMU, TARI e multe.
- Destinatari: Contribuenti destinatari di “avvisi bonari” (chi ha dichiarato ma non ha versato o ha commesso errori). Come specificato da Salvini, rimangono esclusi coloro che non hanno mai presentato una dichiarazione dei redditi.
La domanda di adesione dovrà essere inviata telematicamente all’agente della riscossione entro il 30 aprile 2026, con il primo versamento fissato per la fine di luglio 2026.
La proposta di ampliamento della Lega
Il confine delle esclusioni è oggetto di frizione tra il vicepremier e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che oppone resistenza richiamando l’attenzione sulle coperture finanziarie.
Nonostante le cautele, in occasione di un recente incontro elettorale a Bari, Salvini ha annunciato la volontà di intervenire con emendamenti per estendere la rottamazione Quinquies anche a:
“Chi ha degli accertamenti fiscali in corso.”
Salvini ha definito la manovra come un “patto di fiducia” per la liberazione di milioni di italiani “in ostaggio dell’Agenzia delle Entrate” a causa di debiti che, partendo da cifre contenute, sono lievitati nel tempo. L’obiettivo è permettere a questi cittadini di pagare l’importo iniziale senza sanzioni, attraverso un mutuo dilazionato a nove anni, garantendo un incasso per lo Stato.




