Il dibattito sulla nuova rottamazione delle cartelle esattoriali si fa sempre più acceso, con il governo che sta valutando l’ipotesi di una “rateizzazione lunga” (120 rate in 10 anni). Ad alimentare le speranze di milioni di contribuenti è il vicepremier Matteo Salvini, che ha pubblicamente manifestato l’intenzione di estendere la misura anche a chi, in passato, ha già aderito a precedenti sanatorie.
La linea politica: Salvini vs. Giorgetti
Ospite a Porta a Porta, Salvini ha dichiarato che la rottamazione, insieme al taglio dell’IRPEF, è uno dei due “pilastri” per sostenere il ceto medio. Il suo obiettivo è dare una nuova possibilità a chi “ha dichiarato e non è riuscito a pagare, anche le vecchie rottamazioni”. Ha però messo in chiaro che non ci sarà spazio per i “furbetti”, sottolineando che la misura non tollererà l’elusione del pagamento.
Sull’altro fronte, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il viceministro Maurizio Leo mantengono una linea più cauta. L’orientamento è quello di un approccio selettivo, basato su criteri chiari per evitare un uso strumentale della sanatoria. La Corte dei Conti, infatti, ha più volte evidenziato la discrepanza tra il numero di adesioni e i pagamenti effettivi nelle rottamazioni passate.
Le prossime tappe della Manovra 2026
Le decisioni finali dipenderanno dai dati economici che l’ISTAT pubblicherà a breve, che forniranno il quadro ufficiale su PIL, deficit e debito. Questi numeri saranno decisivi per capire quali misure potranno essere inserite nella Legge di Bilancio 2026.
Le prossime settimane saranno cruciali. Entro il 2 ottobre, il governo dovrà presentare il Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP), che darà una prima indicazione sulle misure e sulle priorità della prossima manovra. La rottamazione-quinquies potrebbe trovare il suo spazio in questo contesto, e le parole di Salvini lasciano aperte le porte a una sua applicazione più inclusiva del previsto.