La quinta edizione della definizione agevolata delle cartelle, la cosiddetta “rottamazione-quinquies”, si avvia verso il traguardo legislativo e potrebbe essere approvata entro l’autunno. Se da un lato promette una via d’uscita per milioni di contribuenti gravati da debiti fiscali, dall’altro solleva interrogativi per le sue potenziali esclusioni, in particolare per chi è decaduto da precedenti agevolazioni dopo il 2022.
Un magazzino fiscale da “Sbloccare”: 130 miliardi nel mirino
Il Governo è pronto a varare la “rottamazione-quinquies”, che potrebbe trovare spazio nella prossima Legge di Bilancio. L’obiettivo dichiarato è sbloccare ben 130 miliardi di euro di carichi fiscali mai riscossi, una cifra che, pur essendo in gran parte virtuale, rappresenta una leva politica e contabile significativa. L’intenzione è duplice: offrire una via d’uscita a milioni di contribuenti in affanno, tagliando sanzioni e interessi, e al contempo rimpinguare le casse dello Stato.
La misura rientra tra le più discusse nell’ambito della trattativa per la manovra autunnale. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sta lavorando per definire il perimetro dei beneficiari e la struttura dei pagamenti, che si preannunciano più flessibili: si parla di rate dilazionate fino a dieci anni.
Chi potrà accedere e le nuove condizioni
Potranno aderire alla sanatoria tutti i contribuenti con debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. La platea include persone fisiche, imprese, professionisti e società. Anche chi era decaduto da precedenti rottamazioni potrà rientrare, a meno che non vi siano cause di esclusione legate alla natura del debito o a irregolarità pregresse.
Per i contribuenti che aderiranno, la nuova formula consentirà il pagamento in un massimo di 120 rate mensili, senza l’applicazione di sanzioni né interessi di mora. Questa misura è pensata per offrire un sollievo a famiglie e Partite IVA messe a dura prova dall’inflazione e dalla crisi del potere d’acquisto.
L’ostacolo dell’Articolo 15-bis: chi rischia l’esclusione?
Nonostante le aperture, una “trappola” normativa rischia di escludere un numero considerevole di contribuenti. L’articolo 15-bis della Legge 91/2022 prevede che chi è decaduto da un piano di rateizzazione dopo il 16 luglio 2022 non possa accedere a nuove agevolazioni automatiche. Questo implica che, per poter aderire alla rottamazione-quinquies, questi soggetti dovrebbero prima saldare tutte le rate scadute dei piani di rateizzazione da cui sono decaduti. Spesso, tuttavia, si tratta di cifre ingenti, impossibili da pagare in un’unica soluzione.
Sindacati e associazioni denunciano questa rigidità, stimando che oltre 600mila soggetti potrebbero essere potenzialmente esclusi, rendendo la sanatoria inaccessibile per migliaia di famiglie e imprese.
Dibattito politico e tipologie di debiti esclusi
La questione ha acceso il dibattito politico. Diversi partiti stanno spingendo per una revisione dell’articolo 15-bis o per una moratoria che consenta una dilazione straordinaria anche per i piani decaduti dopo il 2022. “È assurdo offrire una sanatoria che non tiene conto della crisi sociale che stiamo vivendo,” ha dichiarato il senatore Massimo Garavaglia il 26 giugno, chiedendo “più equità, non burocrazia punitiva.” Anche Confartigianato e CNA invocano l’eliminazione del vincolo, definendolo un “ostacolo tecnico che rischia di vanificare un’occasione storica.”
Non tutti i debiti, infine, saranno rottamabili. Resteranno esclusi:
- Le somme da restituire all’UE per aiuti di Stato illegittimi.
- I debiti per danni erariali accertati dalla Corte dei Conti.
- Le multe penali e ammende per reati.
- I tributi locali non affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (come IMU e TASI).
- I carichi già definiti con precedenti rottamazioni e già saldati o decaduti.
Un’operazione a doppio taglio: credibilità del sistema
Il MEF stima un incasso tra i 4 e 6 miliardi di euro su tre anni, una cifra modesta rispetto ai 130 miliardi iscritti a ruolo, ma ritenuta più realistica. Resta però il dubbio sull’impatto a lungo termine di queste continue sanatorie sulla credibilità del sistema fiscale. “Ogni sanatoria genera un effetto di moral hazard,” ha osservato l’economista Giampaolo Galli, suggerendo che “bisognerebbe accompagnare queste misure con una riforma strutturale della riscossione, altrimenti si premia solo chi aspetta il condono.”
In attesa del testo definitivo della legge, la rottamazione-quinquies si configura come una misura simbolo della prossima manovra. La sua effettiva implementazione dipenderà dagli equilibri di bilancio, dalle trattative europee e dalla volontà politica di affrontare il tema fiscale con una visione più strutturale, anziché con soluzioni tampone. La palla è ora in mano al Parlamento, chiamato a scegliere tra il compromesso e un cambiamento più profondo.