Ragusa – “E’ un momento complesso. Sempre più episodi di cronaca evidenziano la necessità di supporti adeguati. Per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Che stanno implodendo su loro stesse. E non possiamo rimanere a guardare come se nulla fosse. E’ il momento di avanzare proposte e di intervenire”. Così il presidente territoriale Confcooperative Ragusa, Luca Campisi, a proposito della necessità manifestata da più nuclei familiari in ambito provinciale che, alla luce dei fatti accaduti in varie zone della Sicilia e che mettono in evidenza un disagio che può avere conseguenze tragiche, ravvisano la necessità di supporti specifici.
“Ecco perché – continua Campisi – ci rivolgiamo ai Comuni dell’area iblea, ma anche alla nuova governance del Libero consorzio, affinché sia valutata la possibilità di convocare tavoli di coprogrammazione e coprogettazione con l’intento di predisporre servizi di educativa territoriale, quella che non stentiamo a definire una risorsa di valore per rispondere alle esigenze di ragazze e di ragazzi che necessitano di un forte sostegno educativo. In questo modo si potrebbero, tra l’altro, mettere in evidenza le cooperative che già da anni svolgono servizi di welfare essenziali per le comunità o che sono in grado, se coinvolte, di svolgerli. Il servizio di educativa territoriale, non ci sono dubbi, appronta un programma dell’offerta attiva attraverso l’elaborazione di un piano educativo articolato che definisce le attività dei gruppi e di ogni ragazzo che vi è inserito nell’ambito della complessiva offerta socio-educativa”.
Inoltre, per i ragazzi e per le famiglie che richiedono interventi più articolati e mirati e una presa in carico integrata può essere anche predisposto un piano educativo individualizzato. “Mi preme ricordare – ancora Campisi – che le funzioni essenziali e gli obiettivi del servizio di educativa territoriale possono riassumersi nel sostegno da fornire al ragazzo o alla ragazza nei momenti di difficoltà, fornendo gli strumenti per fronteggiarle e rimuoverle, aiutandolo quindi a scoprire le proprie potenzialità, riconoscendo i propri bisogni, acquisendo le capacità di agire in autonomia. E, ancora, nella valorizzazione e nel potenziamento delle dinamiche relazionali del ragazzo all’interno della famiglia, della scuola e del tempo libero, con l’appoggio delle agenzie del territorio e con le risorse della comunità.
E’ opportuno, altresì, costruire una rete di legami tra nucleo familiare e ambientale esterno (quartiere, parrocchia, scuola ed altri servizi), promuovendo le capacità progettuali del ragazzo e della famiglia. Insomma, molto si può fare ma occorre mettere in campo una volontà politica determinata senza cui non potranno arrivare risposte adeguate”.