La “Rottamazione Quinquies” è ormai considerata un elemento certo nella Legge di Bilancio 2026, ma il testo della misura è tutt’altro che definitivo. Mentre il Governo lavora sui dettagli relativi a rate, limiti e decadenza, le principali istituzioni economiche e di controllo dello Stato alzano un muro di critiche.
In audizione congiunta presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato giovedì scorso, Banca d’Italia, Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di bilancio UPB) hanno sonoramente bocciato la sanatoria, avvertendo che le continue riedizioni di questi provvedimenti mettono a repentaglio la credibilità del sistema fiscale.
Le tre accuse principali alla sanatoria
Le critiche delle istituzioni si concentrano su tre punti fondamentali che minano l’efficacia e l’equità del sistema tributario:
- Mancanza di Credibilità e incentivo all’evasione: secondo Bankitalia, la ripetizione di rottamazioni e stralci mina la fiducia dei contribuenti che pagano regolarmente, trasmettendo il messaggio che “chi non paga potrà beneficiare, in futuro, di una nuova sanatoria”. Questo atteggiamento alimenta l’evasione fiscale strutturale.
- Gettito non soddisfatto e perdita di entrate: la Corte dei Conti e Bankitalia hanno evidenziato che le precedenti rottamazioni hanno portato un gettito effettivo pari a circa la metà delle somme dovute. Per la Quinquies, la Banca d’Italia stima una perdita di gettito di circa 1,5 miliardi di euro solo nel 2026 e un ulteriore mezzo miliardo tra il 2027 e il 2028.
- Mancanza di selettività (Premio a chi non paga):Il Governo aveva annunciato che la sanatoria sarebbe stata riservata ai soli “contribuenti meritevoli” in difficoltà economica. Tuttavia, il testo attuale della Legge di Bilancio non prevede meccanismi selettivi che limitino l’accesso alla rottamazione, equiparando, di fatto, chi è onesto e chi evade per abitudine.
Possibili modifiche in Parlamento
Le forti pressioni delle istituzioni potrebbero spingere il Parlamento, durante l’iter della manovra, ad inserire nuovi “paletti” nella rottamazione per limitare la platea dei beneficiari, cercando di introdurre una maggiore selettività.
In questo clima, la politica si divide: il vicepremier Matteo Salvini spinge per un ampliamento della misura, mentre il ministro Giancarlo Giorgetti mantiene una linea di cautela.



