Dopo un periodo di relativa calma, il COVID-19 torna a far parlare di sé a Palermo. La città sta registrando un incremento significativo dei contagi, un fenomeno collegato all’invasione della variante Stratus (Omicron XFG). Si osservano più malati, un aumento dei tamponi e, di conseguenza, un incremento dei casi positivi. Si registra anche un leggero aumento dei ricoveri ospedalieri, sebbene l’andamento clinico non desti allarme.
A confermare la situazione è il professor Antonio Cascio, ordinario e direttore del reparto di Malattie Infettive e Tropicali del Policlinico di Palermo. Cascio spiega che è stato registrato un aumento dei contagi ma che non c’è nulla di cui preoccuparsi.
La variante Stratus domina la scena
Il professor Cascio identifica la variante Stratus, arrivata dagli Stati Uniti, come il ceppo dominante, responsabile di oltre il 50% dei nuovi contagi in Sicilia. Stratus è il risultato della ricombinazione di precedenti mutazioni e, pur essendo molto trasmissibile, non sembra aver aumentato la gravità clinica della malattia.
Ritorno dei sintomi classici, ma senza allarmismi
Secondo Cascio, i sintomi restano nel complesso gli stessi che abbiamo imparato a conoscere, ma con alcune manifestazioni tipiche, come evidenziato anche dal più recente report del Ministero della Salute:
Anosmia e Disgeusia: Molti pazienti stanno nuovamente lamentando l’improvvisa perdita dell’olfatto e del gusto. Questo accade perché, con ogni probabilità, il virus predilige queste vie d’ingresso, compromettendole momentaneamente e impedendo la corretta trasmissione dello stimolo al cervello.
Sintomi Persistenti: Continuano a manifestarsi anche febbre (anche alta) e, in alcuni casi, difficoltà respiratorie.
I consigli per la prevenzione e i soggetti fragili
L’esperto ribadisce che, nonostante la situazione sia sotto controllo, la prudenza resta la migliore arma.
“I consigli sono sempre gli stessi per quanto riguarda la prevenzione e la vaccinazione, soprattutto per i soggetti più deboli. Per loro, infettarsi potrebbe comunque rappresentare un pericolo,” conclude Cascio.
Si raccomanda quindi di continuare a seguire le buone pratiche igieniche e di valutare l’opportunità di vaccinazioni di richiamo per le categorie più a rischio.