La Rottamazione Quinquies è al centro del dibattito politico ed economico italiano, in un contesto in cui il magazzino delle cartelle esattoriali ha superato i 1.280 miliardi di euro. Il governo sta valutando l’introduzione di nuove misure per sostenere famiglie e imprese in difficoltà, cercando al contempo di prevenire abusi.
Gli interventi in programma
La situazione economica del paese è critica. Il debito fiscale accumulato è un peso enorme che incide negativamente sia sul funzionamento dello Stato che sulla sopravvivenza di molte famiglie e imprese. Per questo motivo, il governo sta valutando la riproposizione di due strumenti: la rottamazione e il “saldo e stralcio”. La prima consentirebbe di rateizzare il debito fino a 10 anni con una riduzione di interessi e sanzioni, mentre la seconda, più vantaggiosa, permetterebbe una decurtazione del debito a fronte di un pagamento immediato. Entrambe le misure dovrebbero trovare spazio nella manovra finanziaria di inizio 2026.
Contro i “rottamatori seriali”
Uno dei problemi maggiori delle precedenti sanatorie è stato l’abuso da parte di contribuenti che aderivano solo per bloccare le procedure di recupero, senza poi onorare i pagamenti. Questa pratica ha aumentato gli oneri amministrativi. Per contrastarla, il governo sta pensando a un meccanismo selettivo di esclusione. Solo i contribuenti che dimostreranno di essere in “buona fede” potranno accedere alla nuova rottamazione. L’obiettivo è escludere chi non ha mai pagato nulla, mentre la posizione di chi ha versato solo alcune rate sarà oggetto di una valutazione più complessa.
Pagamento garantito e piccole inadempienze
Per i grandi debitori (con debiti superiori a 50.000 euro) si valuta l’introduzione di un anticipo obbligatorio, che potrebbe essere del 5%. Questo anticipo, secondo alcuni esperti, è un modo per scoraggiare l’uso strumentale della sanatoria e garantire un gettito immediato per lo Stato. Inoltre, l’esperto suggerisce che l’annullamento automatico delle cartelle di importo minore (“micro-inadempienze”) sarebbe più vantaggioso della gestione di una rottamazione, in quanto libererebbe risorse amministrative da dedicare ai debiti più consistenti.
Rischi e criticità del piano a lungo termine
Un piano di rateizzazione di 10 anni è allettante per i contribuenti, ma comporta dei rischi. L’ampio orizzonte temporale può portare a un abbandono dell’impegno a causa di cambiamenti nella situazione economica personale. Per mitigare questo rischio, si potrebbe affiancare alla richiesta di adesione la necessità di offrire all’Agenzia della Riscossione una garanzia reale o personale che rassicuri lo Stato sulla recuperabilità degli importi.