Mentre il dibattito pubblico si concentra sull’ipotesi di una nuova Rottamazione Quinquies, la riforma della riscossione 2025 ha già introdotto importanti novità. Tra queste, una delle più significative è il pignoramento automatico dello stipendio, una misura che rende più rapida ed efficiente la riscossione dei debiti fiscali per una specifica categoria di contribuenti.
Come funziona la nuova procedura
Il pignoramento dello stipendio non è una novità, ma la riforma ha reso la procedura molto più snella e immediata per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Invece di seguire l’iter tradizionale con notifica e successivi passaggi, ora il processo diventa quasi automatico.
L’amministrazione pubblica per cui il dipendente lavora è tenuta a verificare l’eventuale presenza di cartelle esattoriali a suo carico. Se il debito supera una certa soglia, la trattenuta scatta direttamente in busta paga, senza la necessità di ulteriori passaggi burocratici che in passato rallentavano la procedura.
A chi si applica e quali sono i limiti
Il nuovo meccanismo non riguarda tutti, ma si concentra su una fascia ben definita di contribuenti:
- Dipendenti pubblici: La procedura si applica esclusivamente ai lavoratori della Pubblica Amministrazione.
- Debiti consistenti: Riguarda i debiti con cartelle superiori a 5.000 euro. Sotto questa soglia, non si attiva la trattenuta automatica.
- Redditi più alti: La misura si applica solo a chi ha un reddito mensile superiore a 2.500 euro.
In ogni caso, la trattenuta è limitata a una quota massima di 1/7 della retribuzione mensile e prosegue finché il debito non è stato estinto completamente. Questa novità segna un passo deciso verso una maggiore efficienza nella riscossione, affiancando alle misure agevolative come le rottamazioni anche strumenti più stringenti.