Si prospetta un nuovo appuntamento con il Fisco nel 2026. L’ipotesi di una “Rottamazione quinquies” è al vaglio del governo e potrebbe entrare nella prossima manovra finanziaria, offrendo ai contribuenti una nuova opportunità per regolarizzare la propria posizione debitoria. La misura, se confermata, permetterebbe di sanare i debiti maturati fino al 2023, con la possibilità di una rateizzazione agevolata in un periodo di dieci anni, distribuita su 120 rate mensili.
Questa nuova sanatoria è pensata per aiutare sia privati che aziende e professionisti, ma con criteri di ammissione specifici e alcune importanti esclusioni.
Criteri di accesso e principali esclusioni
L’iniziativa si rivolge in particolare a chi ha debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, con un focus sui contribuenti che in passato sono decaduti da precedenti rottamazioni. Tuttavia, non tutti potranno aderire. La proposta attuale prevede l’esclusione di chi ha utilizzato le rottamazioni precedenti per bloccare azioni esecutive come pignoramenti o fermi amministrativi, senza però estinguere il debito.
Un altro aspetto rilevante riguarda i debiti di importo più elevato: per quelli superiori a 50.000 euro potrebbe essere richiesto un anticipo obbligatorio fino al 5% dell’ammontare complessivo.
La misura, inoltre, potrebbe precludere l’accesso a chi è decaduto da un piano di dilazione concesso dopo il 16 luglio 2022, a meno che non abbia saldato tutte le rate non pagate del piano precedente. Questa restrizione ha suscitato dibattito, con alcuni partiti che spingono per una riapertura più ampia che consenta la rateizzazione anche in questi casi.
I debiti che restano fuori
Non tutti i debiti rientreranno nella sanatoria. La “Rottamazione quinquies” non si applicherà a:
- Somme dovute per il recupero di aiuti di Stato considerati illegittimi dall’Unione Europea.
- Crediti derivanti da sentenze della Corte dei Conti per danno erariale.
- Multe e sanzioni di natura penale.
- Tributi locali (come IMU e TASI) non gestiti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
- Debiti già oggetto di precedenti rottamazioni.
Possibile “Saldo e stralcio” e tempistiche
Oltre alla rottamazione, si sta valutando anche una misura di “saldo e stralcio” per i debiti più modesti, che potrebbe portare alla cancellazione automatica di quelli inferiori a 1.000 euro.
Al momento, si attendono i lavori parlamentari di settembre per avere maggiori certezze. L’entrata in vigore della rottamazione, se approvata, non è prevista prima della metà del 2026. La proposta, avanzata da deputati della Lega, ha superato le prime fasi di discussione, ma l’approvazione finale è ancora da definire.