A partire da settembre 2025, i lavoratori italiani avranno un nuovo incentivo per posticipare il loro ritiro: il “Bonus Giorgetti”. Introdotta con la Legge di Bilancio 2025, questa misura offre un vantaggio economico immediato a chi, pur avendo i requisiti per la pensione anticipata, decide di restare in servizio. Ma a chi conviene davvero?
Un meccanismo semplice ma con un compromesso
Il funzionamento del bonus è chiaro: i lavoratori che scelgono di non andare subito in pensione riceveranno in busta paga la quota di contributi previdenziali che normalmente sarebbe a loro carico. Questo significa un aumento diretto dello stipendio netto, perché l’importo aggiuntivo è esente da Irpef. Il datore di lavoro continuerà comunque a versare la sua parte di contributi, garantendo che l’accumulo previdenziale del dipendente non si interrompa.
Tuttavia, c’è un rovescio della medaglia: la mancata contribuzione personale può portare a una leggera riduzione dell’assegno pensionistico futuro. Per mitigare questo effetto, la normativa prevede la possibilità di versare contributi volontari.
Il bonus sarà operativo da settembre 2025 per i lavoratori del settore privato e da novembre 2025 per quelli del pubblico impiego, in base alla data di maturazione dei requisiti pensionistici.
Requisiti e beneficiari
La misura non è universale. È destinata ai dipendenti iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e alle gestioni previdenziali a essa correlate. Per accedervi, i lavoratori devono soddisfare i requisiti per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne) o per “Quota 103” (62 anni d’età e 41 anni di contributi).
Sono esclusi coloro che hanno già raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia o che percepiscono già una pensione, a eccezione dei titolari di assegno di invalidità.
L’aumento in busta paga corrisponde alla percentuale di contributi a carico del lavoratore: circa il 9,19% della retribuzione lorda nel settore privato e l’8,89% nel pubblico. Per uno stipendio lordo di 2.000 euro, ad esempio, l’incremento sarebbe di circa 184 euro al mese.
Come e quando fare domanda
Il bonus può essere richiesto una sola volta nella carriera lavorativa e ha validità fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia o fino alla presentazione della domanda di pensionamento. La scelta di aderire è revocabile, ma solo una volta.
La domanda deve essere presentata all’INPS per via telematica, utilizzando SPID, CIE o CNS, oppure tramite un patronato. L’istituto previdenziale ha 30 giorni per verificare la posizione del richiedente e comunicare l’esito al lavoratore e al datore di lavoro. Solo dopo questa conferma, il beneficio verrà applicato in busta paga.