Il governo sta delineando un ambizioso piano di alleggerimento fiscale che prevede una nuova edizione della rottamazione delle cartelle esattoriali, la cosiddetta “rottamazione quinquies”, e un significativo taglio dell’IRPEF per il ceto medio. Il Viceministro all’Economia, Maurizio Leo, intervenuto al Forum in Masseria a Manduria lo scorso weekend, ha chiarito l’intenzione di procedere con queste misure, ma con un approccio più mirato e selettivo.
Rottamazione Quinquies: stop agli abusi, aiuto mirato
Leo ha ribadito che la rottamazione si farà, ma non sarà un provvedimento “erga omnes”, bensì rivolto specificamente a chi si trova in reale difficoltà economica. L’obiettivo è prevenire gli abusi del passato, quando alcuni debitori presentavano l’istanza di sanatoria unicamente per bloccare azioni esecutive come pignoramenti e fermi amministrativi, senza poi saldare neanche la prima rata.
Il Viceministro ha enfatizzato la necessità di escludere i “recidivi” e di applicare criteri di selettività per non penalizzare i contribuenti onesti e tutelare l’immagine dello Stato. Questa nuova pace fiscale, dunque, cercherà di bilanciare il sostegno ai cittadini in difficoltà con la lotta all’uso strumentale dello strumento.
La rottamazione quinquies riguarderà i debiti accumulati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, prevedendo la sospensione di interessi di mora, sanzioni e giudizi in corso. Il pagamento potrà essere dilazionato fino a 120 rate mensili, ovvero in 10 anni. Un’ulteriore novità, pensata per i contribuenti che dovessero incontrare difficoltà persistenti, permetterà di posticipare fino a 8 rate, anche non consecutive, senza perdere i benefici della rottamazione.
Taglio IRPEF: meno tasse per il ceto medio
Oltre alla rottamazione, la prossima Legge di Bilancio introdurrà un atteso taglio delle imposte per i contribuenti appartenenti al ceto medio. Si tratta di coloro con redditi attualmente compresi tra 28.000 e 50.000 euro, che saranno interessati da un provvedimento che dovrebbe vedere la luce con la manovra di fine anno.
Il taglio dell’IRPEF consisterà nella riduzione dell’aliquota del secondo scaglione, che passerà dal 35% al 33%. Non solo: verrà anche innalzata la fascia reddituale interessata, estendendola dall’attuale intervallo 28.000-50.000 euro a 28.000-60.000 euro. Questo duplice intervento comporterebbe un risparmio fiscale significativo, fino a 1.440 euro in meno di tasse da versare sui redditi.
Con queste due mosse, il governo intende offrire una boccata d’ossigeno a famiglie e imprese, alleggerendo la pressione fiscale e promuovendo una maggiore equità nel sistema tributario.