Giugno è un mese cruciale per milioni di famiglie italiane che beneficiano dell’Assegno Unico Universale (AUU), il sostegno economico destinato ai nuclei familiari con figli a carico fino ai 21 anni o senza limiti di età in caso di disabilità. L’importo dell’assegno è strettamente legato al valore ISEE del nucleo familiare, e l’aggiornamento di questo indicatore è fondamentale per ricevere le somme spettanti.
Le date dei pagamenti di giugno 2025
L’INPS, anche a giugno, effettuerà i pagamenti dell’Assegno Unico Universale in due diverse tranche, a seconda della situazione dei beneficiari:
- A partire da martedì 20 giugno: Saranno erogati i pagamenti per le famiglie che hanno già percepito almeno una mensilità dell’assegno.
- Durante l’ultima settimana del mese: Riceveranno gli importi le famiglie che hanno presentato una nuova domanda all’INPS a maggio o che hanno comunicato variazioni del nucleo familiare (come la nascita di un figlio) o della situazione economica.
Le somme spettanti verranno accreditate direttamente sul conto corrente indicato al momento della domanda o, in alternativa, tramite bonifico domiciliato presso uno sportello postale.
La scadenza cruciale del 30 Giugno per l’ISEE
Per non perdere gli importi aggiornati e gli arretrati, è fondamentale segnare una data sul calendario: il 30 giugno 2025. Entro questa data, infatti, è necessario aggiornare l’ISEE presentando una certificazione valida per il 2025.
Come noto, a febbraio gli importi dell’Assegno Unico sono stati adeguati al tasso di inflazione (0,8%). Le nuove certificazioni ISEE potevano essere presentate già dal 28 febbraio. Tuttavia, chi non ha ancora provveduto, ha tempo fino alla fine di questo mese per farlo. Aggiornando l’ISEE entro il 30 giugno, non solo si riceveranno le mensilità con gli importi aggiornati, ma si avranno anche gli arretrati spettanti a partire da marzo.
In caso contrario, se l’ISEE non verrà aggiornato entro la scadenza, le famiglie continueranno a ricevere solo la cifra minima prevista per la misura, ovvero 57,50 euro per ogni figlio.
Gli adeguamenti all’inflazione hanno riguardato non solo l’importo minimo e massimo dell’assegno, saliti rispettivamente a 57,50 euro e 201 euro, ma anche le varie maggiorazioni previste per i beneficiari in determinate condizioni, come le madri sotto i 21 anni o i genitori entrambi lavoratori.