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Home » I furbetti del vaccino non esistono senza una legge

I furbetti del vaccino non esistono senza una legge

Redazione by Redazione
30 Gennaio 2021 - Aggiornato alle ore 19:26 -
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I furbetti del vaccino non esistono senza una legge
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I furbetti del vaccino non esistono senza una legge
Il piano vaccini è legge? Le Regioni sono vincolate ad attenersi? Chi non lo rispetta commette un reato? Sono gli interrogativi che si leggono in un articolo pubblicato su Huffingtonpost. "Abbiamo letto in questi giorni dei già soprannominati “furbetti del vaccino”, – si legge su Huffingtonpost – secondo alcuni circa 400 mila persone, 3 su 10 dei già vaccinati, che avrebbero saltato la fila. In realtà molti di loro rientrano tra le priorità pur non essendo sanitari, ma almeno su 500 casi stanno indagando i Nas. Parliamo di amministrativi, medici in pensione, congiunti, Sindaci, che nella maggior parte dei casi si sono giustificati dicendo che era avanzata una dose già scongelata e l’hanno inoculata per non farla scadere. Scusa non accettabile, dovendo le  Asl tenere già pronti anche gli elenchi quotidiani delle riserve.

I Nas dunque su quale ipotesi di reato stanno indagando? Al momento sono tutti fascicoli aperti senza ipotesi. Eppure più volte il commissario Arcuri in conferenza stampa ha detto che era stato approvato dal Parlamento. Alla domanda se fosse possibile anticipare determinate categorie, il commissario ha risposto: “Il Parlamento italiano ha approvato un piano molto dettagliato in cui ha segnato le priorità in base al livello di esposizione al contagio e alle fragilità. Anche se tutte le richieste che arrivano sono motivate e legittime, a me non è possibile modificarlo in una sede diversa da quella dove è stato approvato”. Arcuri lascia dunque intendere che le categorie delle priorità vaccinali sono perentorie e non possono essere modificate se non in Parlamento. Ma in realtà ciò che ha approvato il Parlamento il 2 dicembre è solo una risoluzione alle comunicazioni del ministro Speranza. Successivamente ne ha preso atto anche la Conferenza Stato Regioni. Per ritrovarlo in una legge dobbiamo aspettare il 30 dicembre l’approvazione della manovra di bilancio.

Ma può un piano vaccinale essere normato da una manovra finanziaria? Non proprio, infatti al comma 457 stabilisce: “per garantire il più efficace contrasto alla diffusione del virus SARS-CoV-2, il ministro della Salute adotta con proprio decreto avente natura non regolamentare il piano strategico nazionale dei vaccini”. La manovra indirizza dunque a un successivo decreto attuativo, che però solo il 28 gennaio è stato pubblicato. Un decreto non regolamentare, specifica che tradisce la volontà di aggirare il procedimento di adozione regolamenti previsto dalla legge  400 del 1988, oltreché consentire di superare passaggi in Conferenza Stato-Regioni. E’ che altro non è che il famoso pdf del 12 dicembre. Ma in quel piano sono indicate solo le linee guida.  Le famose priorità, sono solo delle raccomandazioni: sanitari, rsa e over 80 nella prima fase, over 60 e morbilità severa nella seconda; carceri, insegnanti e lavoratori dei servizi essenziali nella terza, e resto della popolazione nella quarta. All’interno di queste macroaree poi sono le Regioni, anche se nel Piano non è indicato, a dettagliarne le categorie. Il Lazio ad esempio ha deciso, attraverso un protocollo, di legare la priorità dei medici di famiglia al loro impegno a effettuare la somministrazione a domicilio agli over 80.

Alcune Regioni hanno inserito odontoiatri e farmacisti, altre hanno escluso i territoriali dalla prima fase. Del resto Arcuri è stato chiaro: il primo step riservato al personale sanitario è legato esclusivamente all’obiettivo prioritario di rendere gli ospedali Covid free. Ma se queste indicazioni sono solo raccomandazioni, ogni Regione fa come vuole. Zaia con una circolare ha vietato priorità ai direttori generali delle Asl, mentre in altre regioni hanno posato per il vaccine day. In Sicilia medici in pensione sono stati additati come furbetti del vaccino, e due dirigenti sono stati sospesi. In Puglia invece rientrano nella prima fase. Insieme ai Sindaci, che secondo l’assessore Lopalco sono “ufficiali sanitari”. Lui stesso tra i primi a vaccinarsi, anche se lo si vede più in tv che tra i reparti. Sempre in Puglia sono stati vaccinati operai e proprietari di ditte edili che stanno lavorando in cantieri di ospedali ancora chiusi.

Secondo la asl “le ditte edili sono inserite nel piano vaccini insieme a quelle di ristorazione e pulizia” ma nel famoso pdf del 12 dicembre questo non c’è scritto, e non sappiamo se invece è scritto nel decreto che non si trova. Nonostante tutte le categorie che ha inserito nella prima fase, il Presidente Emiliano ha detto di aver attivato gli ispettori del Nucleo Ispettivo Regionale, una sorta di Procura regionale, che si aggiunge ai nas che a suo avviso dovrebbero mandare in galera i vaccinati per peculato. Ma se tutti hanno diritto al vaccino, e la priorità sono solo linee guida e raccomandazioni, qual è il danno per lo Stato?  Oltre all’ordine di priorità, e alle eventuali sanzioni, il Piano non specifica altre indicazioni che si sono rivelate fondamentali, ma che non sono scritte da nessuna parte, e non possono essere lasciate alla vacuità di dichiarazioni verbali. Ad esempio la famosa scorta del 30 per cento. Quella che Arcuri ha più volte detto che le Regioni dovevano mettere da parte per il richiamo della seconda dose, ma che nelle linee guida del pdf del 12 dicembre non è richiesta. Nel piano manca pure l’indicazione di posticipare la somministrazione a chi ha già contratto il virus negli ultimi sei mesi, come l’Oms consiglia, e come Arcuri ha più volte ribadito. Indicazione che se non viene scritta nero su bianco consente alle asl di vaccinare migliaia di persone che potrebbero tranquillamente posticipare la loro dose lasciandola a chi invece oggi rischia la vita.

Poi c’è un mistero: nel bando per le primule, quello sui gazebo dei punti vaccinali pubblicato dal commissario Arcuri, vi è un riferimento al paragrafo nove del piano vaccini. Paragrafo che però nel decreto non esiste.Da ultimo: dopo i ritardi nella distribuzione, il cronoprogramma è stato posticipato, ma sempre e solo con dichiarazioni stampa. Come pure diverse regioni hanno anticipato di voler anticipare vaccinazione ad insegnanti, e lo stesso Arcuri ai detenuti. Ma nel Piano tutto questo non c’è. Chiarirlo, in una fase con 500 morti al giorno, è fondamentale: dal rispetto di quelle priorità dipende la vita di ciascuna". 

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