Il panorama del Modello F24 si prepara a una rivoluzione che metterà a dura prova la liquidità di molte imprese italiane. Il Disegno di Legge di Bilancio 2026 introduce infatti un drastico giro di vite sulla libertà di compensazione: il diritto di utilizzare i crediti d’imposta per estinguere i debiti erariali non sarà più incondizionato, ma subordinato a una rigorosa verifica della puntualità dei pagamenti verso lo Stato.
1. La nuova soglia: un dimezzamento che pesa
A partire dal 1° gennaio 2026, il limite oltre il quale scatta il blocco delle compensazioni fiscali “orizzontali” verrà dimezzato, passando dagli attuali 100mila euro a soli 50mila euro.
Questa modifica dell’articolo 37 del Dl 223/2006 significa che qualsiasi contribuente (persona fisica o società) con ruoli scaduti affidati alla Riscossione superiori a tale cifra non potrà più usare i propri crediti per pagare tributi di natura diversa (ad esempio, usare un credito IVA per pagare i contributi INPS). Restano invece salve le compensazioni “verticali”, ovvero quelle effettuate all’interno dello stesso tributo.
2. Cosa finisce nel calcolo del blocco
Per determinare se si è oltrepassata la “linea rossa” dei 50mila euro, l’Agenzia delle Entrate prenderà in esame un monte debitorio molto ampio, che include:
- Imposte erariali scadute (Irpef, Ires, Iva) e relativi accessori (sanzioni e interessi).
- Avvisi di accertamento esecutivi affidati all’Agente della Riscossione.
- Carichi derivanti da crediti d’imposta indebitamente percepiti (come Bonus Edilizi, Ricerca & Sviluppo o Formazione 4.0).
- Ruoli anche provvisori, compresi quelli legati a contenziosi ancora aperti in tribunale.
3. La Rottamazione Quinquies: il “paracadute” per la liquidità
In questo scenario di rigore, la Rottamazione Quinquies (Art. 23 del Ddl Bilancio) emerge come l’unico vero strumento strategico per evitare il blocco del flusso di cassa. L’adesione alla definizione agevolata agisce infatti come una clausola di salvaguardia:
- Effetto sblocco: Una volta sottoscritto il piano di rottamazione, le somme inserite nella domanda non vengono più conteggiate nel limite dei 50mila euro.
- Ripristino dell’F24: Finché il contribuente rispetta le scadenze del piano (fino a 54 rate bimestrali con orizzonte 2035), i crediti tornano pienamente utilizzabili in compensazione.
- Il rischio decadenza: Se si salta il pagamento delle rate della Quinquies, il debito residuo riappare immediatamente nel calcolo della soglia, con il rischio di un improvviso e paralizzante blocco amministrativo del Modello F24.
4. Le altre vie di uscita: rateizzazioni e sospensioni
Oltre alla Quinquies, il divieto di compensazione può essere rimosso o evitato attraverso:
- Pagamenti parziali: Versando una quota del debito tale da riportare il totale sotto i 50mila euro.
- Rateizzazione ordinaria: Ottenere un piano di dilazione standard con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
- Provvedimenti giudiziali: Una sentenza favorevole o una sospensiva concessa da un giudice “disattivano” temporaneamente le somme contestate ai fini del calcolo del blocco.
Conclusioni: una strategia obbligata per le imprese
La riduzione della franchigia a 50mila euro rappresenta una sfida notevole, specialmente per le aziende che gestiscono grandi crediti tecnologici o edilizi ma hanno pendenze pregresse. In questo contesto, la tregua fiscale offerta dalla Rottamazione Quinquies non è più solo un’opportunità di risparmio su sanzioni e interessi, ma diventa una necessità operativa per garantire la sopravvivenza finanziaria dell’impresa e non trovarsi con crediti “incagliati” proprio quando servono di più.




