Il panorama scolastico italiano si appresta a vivere una svolta destinata a far discutere. Con l’approvazione di un emendamento alla Manovra, debutta nel 2026 un contributo economico fino a 1.500 euro per le famiglie che scelgono gli istituti paritari. La misura, pur godendo di un plafond limitato a 20 milioni di euro, ha già innescato uno scontro frontale tra maggioranza e opposizione.
I dettagli del Bonus: a chi spetta?
Il sussidio è pensato per sostenere le famiglie con redditi medi e bassi. Ecco i parametri principali:
- Requisiti economici: destinato a nuclei con ISEE non superiore a 30.000 euro.
- Studenti beneficiari: alunni iscritti alle scuole medie, ovvero la secondaria di I grado, o al primo biennio delle superiori, la secondaria di II grado.
- Importo: fino a un massimo di 1.500 euro, calcolato in modo inversamente proporzionale al reddito. Più basso è l’ISEE, maggiore è il contributo.
Il fronte del sì: una battaglia di libertà
Per il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il bonus rappresenta il coronamento di una sfida lunga trent’anni portata avanti dal centrodestra. Secondo il titolare del MIM, la misura garantisce una reale libertà di scelta educativa alle famiglie, eliminando storiche discriminazioni.
Soddisfazione espressa anche dalle associazioni dei genitori e dalle federazioni delle scuole cattoliche, che definiscono l’intervento storico, pur auspicando che in futuro diventi una riforma strutturale e non solo un segnale simbolico.
Il fronte del No: tagli alla scuola pubblica
Durissima la reazione del Movimento 5 Stelle. La senatrice Barbara Floridia e il capogruppo Luca Pirondini accusano il governo di finanziare le scuole private mentre si sottraggono, secondo le loro stime, circa 900 milioni di euro alla scuola statale nei prossimi anni. Gli esponenti pentastellati ritengono indecente colpire le scuole pubbliche per trovare risorse per le private, parlando di un atteggiamento ostile della maggioranza verso il sistema d’istruzione pubblico.
La replica del Ministero
Il Ministero dell’Istruzione respinge le accuse di tagli, fornendo dati opposti: la Legge di Bilancio aggiungerebbe circa 960 milioni di euro al comparto scuola. Dal MIM definiscono le polemiche dell’opposizione come un tentativo di contestare fatti inoppugnabili pur di alimentare lo scontro politico.




