L’iter della Manovra 2026 è nel vivo e, nonostante le migliaia di emendamenti presentati, il Governo è alle prese con il difficile bilanciamento tra le richieste politiche e la ricerca di adeguate coperture finanziarie. In particolare, due settori strategici – pensioni e rottamazione cartelle – presentano proposte di modifica dall’impatto economico rilevante.
Pensioni: il costo del blocco dell’età
Il testo attuale della Manovra prevede un progressivo adeguamento dell’età pensionabile, che salirebbe di un mese nel 2027 e di ulteriori due mesi nel 2028.
- Proposta di emendamento: è stata avanzata una richiesta di annullamento di tali aumenti dell’età pensionabile.
- Costo per lo Stato: il blocco dell’innalzamento comporta un onere finanziario estremamente elevato, rendendo complessa la ricerca di coperture:
- 2027: 1,5 miliardi di euro
- 2028: 3,3 miliardi di euro
Rottamazione Quinquies: sconto sugli interessi a nove anni
La Manovra introduce la Rottamazione Quinquies, la più estesa finora in termini di rateazione, che prevede la possibilità di diluire il debito in un massimo di 54 rate su 9 anni, con un tasso di interesse sulle rate successive alla prima pari al 4% annuo.
- Proposta della Lega: la Lega spinge per ridurre il tasso di interesse applicato alla rateizzazione, portandolo dal 4% al 2%.
Questa modifica comporterebbe un notevole risparmio per i contribuenti: su un debito ipotetico di 10.000 euro pagato in 9 anni, l’interesse scenderebbe da circa 3.600 euro a 1.800 euro.
Flessibilità e i paletti del Mef
Un altro fronte di modifica riguarda l’elasticità delle regole per coloro che avevano aderito alle precedenti sanatorie (come la Quater) ma sono poi decaduti per mancati pagamenti.
L’esigenza di introdurre regole più severe è stata sottolineata dal Vice Ministro all’Economia, Maurizio Leo, il quale ha ribadito la necessità di “mettere dei paletti” sulla rottamazione. Leo ha ricordato che, in passato, le misure agevolate sono state usate da alcuni in modo “pretestuoso”. I dati dell’ultima rottamazione lo confermano: a fronte di 23 miliardi di euro dovuti, le somme effettivamente saldate si sono fermate a 12 miliardi di euro, evidenziando un alto tasso di decadenza.




