Dopo l’ultima riunione di maggioranza dell’8 ottobre, il Governo sembra aver raggiunto un accordo sulla struttura della Rottamazione-quinquies, la quinta edizione della definizione agevolata delle cartelle fiscali. L’obiettivo è superare il “flop” delle edizioni precedenti, caratterizzate da alti tassi di decadenza dovuti a rate iniziali troppo onerose.
La nuova pace fiscale cerca di conciliare la necessità di fare cassa con la sostenibilità per i contribuenti, introducendo un piano di versamento graduale e paletti più stringenti per escludere gli abusi.
Piano di rientro: 9 Anni e rata minima
La Rottamazione-quinquies sarà ridimensionata rispetto all’annuncio iniziale che prevedeva 120 rate in dieci anni. Le risorse limitate hanno imposto una riduzione della durata:
Durata Concordata: L’accordo è stato raggiunto su una rateizzazione in un massimo di 108 rate, spalmate su 9 anni. Questo rappresenta comunque un significativo passo avanti rispetto alle 18 rate massime della Quater.
Rate Fisse e Minime: A differenza delle precedenti edizioni, che prevedevano maxi-rate iniziali, la nuova rottamazione dovrebbe avere rate tutte dello stesso importo. Si ipotizza un importo minimo non inferiore a 50 euro al mese. Questo parametro servirà a modulare la durata del piano: per i debiti meno elevati, la rateizzazione sarà più breve per evitare costi di gestione sproporzionati rispetto al gettito.
Acconto per i Debiti Alti: L’ipotesi di un anticipo obbligatorio pari al 5% dell’importo totale dovrebbe essere prevista solo per i debiti superiori a 50.000 euro, fungendo da filtro per i contribuenti con debiti consistenti.
Stop ai recidivi e stretta sul DURC
Le modifiche mirano a contenere il costo della misura e a bloccare i tentativi di utilizzo strumentale della sanatoria.
Esclusione dei “Furbetti”: La Rottamazione-quinquies potrebbe essere preclusa ai contribuenti recidivi, ovvero coloro che in passato hanno aderito alle definizioni agevolate al solo scopo di interrompere le azioni esecutive di riscossione coatta, interrompendo poi i pagamenti.
Il Nodo DURC per le Imprese: Si sta lavorando per limitare l’accesso alla sanatoria alle imprese che la usavano per ottenere un DURC regolare. L’ipotesi è di subordinare l’ottenimento e il mantenimento del DURC non alla mera adesione, ma agli effettivi pagamenti delle rate. Un monitoraggio costante farebbe perdere la regolarità contributiva non appena l’impresa smettesse di pagare.
Divieto di Accesso ai Contributi: Le Regioni hanno suggerito di affiancare alla sanatoria un divieto, per i beneficiari inadempienti, di accedere successivamente a qualsiasi forma di finanziamento, erogazione o contributo da parte degli enti creditori. Si valuta anche la possibilità che eventuali erogazioni future vengano corrisposte al contribuente al netto di quanto ancora dovuto al Fisco.