Il dibattito sulla Rottamazione quinquies è nel vivo, con il governo che cerca di definire i paletti per rendere la nuova sanatoria fiscale sostenibile e mirata. Nonostante l’iter legislativo prosegua in Commissione Finanze al Senato, con 114 emendamenti presentati, il Ministero dell’Economia è al lavoro su correttivi che ne limitino l’impatto economico.
Filtri di accesso per una misura più selettiva
Per contenere i costi, che in una versione estesa potrebbero sfiorare i 5 miliardi di euro, i tecnici del MEF stanno valutando l’introduzione di rigidi criteri per l’accesso:
Soglie d’Importo: Si valuta l’ipotesi di stabilire delle fasce di debito, escludendo potenzialmente chi ha importi particolarmente elevati.
Vincoli Reddituali: Un’altra opzione è legare l’accesso alla situazione finanziaria del contribuente, ad esempio tramite limiti ISEE, per garantire che il beneficio sia indirizzato solo a chi è in effettiva difficoltà.
Esclusione dei “recidivi”: Si studiano vincoli più severi per impedire a chi ha già aderito in passato alle rottamazioni senza onorare i pagamenti, sfruttando la misura solo per bloccare pignoramenti o fermi amministrativi, di accedere nuovamente al beneficio.
120 rate per “fare respirare” i debitori
Il cuore della proposta, sostenuta con forza dal segretario della Lega Matteo Salvini, resta la dilazione decennale del debito. La rottamazione-quinquies, che riguarderebbe i carichi fiscali accumulati tra il 2000 e il 2023, permetterebbe di saldare il dovuto in un massimo di 120 rate complessive.
L’obiettivo è duplice: permettere ai cittadini di regolarizzare la propria posizione senza interessi, sanzioni o spese di riscossione e, al contempo, favorire un maggiore incasso per lo Stato, evitando che i debiti restino inesigibili.
Il Governo: “Servono paletti”
Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha ribadito la necessità di porre dei limiti: “Ormai siamo alla quarta rottamazione e servono dei paletti. Stiamo studiando come muoverci per far in modo che questa rottamazione sia di interesse per coloro che effettivamente non ce la fanno.”
Sulla stessa linea, il ministro Giancarlo Giorgetti ha espresso l’obiettivo di arrivare a una “pace fiscale” che sia un “risultato ragionevole utile per far rifiatare chi si trova in questa situazione”.
La forma definitiva della rottamazione, e il suo inserimento nella prossima Manovra, dipenderà dai fondi disponibili e dalla capacità della maggioranza di trovare una quadra sui criteri di applicazione, dato che le edizioni precedenti non hanno sempre garantito gli incassi sperati.