Il dibattito sulla prossima Legge di Bilancio si concentra su due temi principali: la nuova rottamazione-quinquies delle cartelle esattoriali e il taglio dell’IRPEF. L’obiettivo è sostenere il ceto medio e dare una nuova chance ai contribuenti in difficoltà. Le proposte sono numerose, con ben 114 emendamenti e i correttivi del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che cercano di trovare un equilibrio tra le esigenze dei cittadini e la sostenibilità dei conti pubblici.
Le novità della Rottamazione-quinquies
La nuova sanatoria, se approvata, porterà con sé importanti novità. L’idea principale è una rateizzazione lunga, con la possibilità di saldare i debiti in 10 anni e fino a 120 mensilità. I contribuenti potrebbero così approfittare della misura per saldare la propria posizione senza dover pagare sanzioni, aggi e interessi sulle somme dovute.
Però, per ridurre il peso sul bilancio pubblico (si stima un costo fino a 5 miliardi di euro), il Ministero dell’Economia sta valutando dei correttivi. Tra le modifiche allo studio dei tecnici, c’è la possibilità di introdurre delle soglie di accesso in base all’importo del debito o alla condizione economica dei contribuenti. Si sta valutando anche di escludere i debitori “seriali”, cioè coloro che in passato hanno aderito alle rottamazioni solo per bloccare pignoramenti senza mai pagare le rate.
Il parere del Viceministro Leo
Il viceministro Maurizio Leo ha confermato che si sta lavorando per far sì che la rottamazione vada incontro a chi è in reale difficoltà. “Ascoltiamo un po’ tutti, ma vediamo di far quadrare tutto con i numeri,” ha dichiarato Leo. Ha sottolineato che è necessario conciliare le diverse esigenze e valutare le risorse disponibili.
Riguardo alla possibilità che il gettito proveniente da altri strumenti, come il concordato preventivo, possa finanziare le misure, Leo ha ribadito che i bilanci si fanno alla fine e che non tutti gli elementi sono ancora disponibili. Sull’ipotesi che gli incassi possano essere destinati a finanziare il taglio delle tasse o la pace fiscale, il viceministro si è mostrato favorevole, ma solo “se si riesce a fare”.