La Rottamazione quinquies si prepara a entrare nel vivo del dibattito politico, candidandosi a diventare uno dei punti cardine della prossima Legge di Bilancio 2026. La misura punta a riscrivere le regole del gioco tra contribuenti e Fisco, offrendo un’opportunità di sanatoria basata su flessibilità e rigore.
L’obiettivo è duplice: da un lato, alleggerire il carico fiscale per famiglie e imprese in difficoltà; dall’altro, garantire allo Stato una maggiore certezza negli incassi, riducendo l’enorme stock di cartelle pendenti.
Un piano decennale e una tolleranza mai vista
Il provvedimento segna un netto cambio di rotta rispetto alle precedenti sanatorie, grazie a caratteristiche innovative:
- Pagamenti dilazionati: Sarà possibile saldare i debiti in un arco di tempo molto più lungo, fino a 10 anni, con ben 120 rate mensili.
- Flessibilità di versamento: I contribuenti avranno la possibilità di saltare fino a 8 rate (anche non consecutive) senza perdere i benefici dell’adesione.
- Riduzione del debito: Verranno azzerati sanzioni e interessi, richiedendo il pagamento del solo capitale e dei costi di riscossione.
La rottamazione si applica alle cartelle emesse tra il 2000 e il 2023, con una potenziale estensione anche al 2024.
Misure “anti-furbetti” e regole diversificate
Per evitare che la sanatoria venga percepita come un incentivo all’evasione, sono state previste alcune restrizioni mirate:
- Stop ai “rottamatori seriali”: Saranno esclusi coloro che in passato hanno aderito a precedenti rottamazioni senza rispettare il piano di pagamenti. Chi rientra in questa categoria potrà aderire solo a condizione di saldare prima le rate arretrate.
- Anticipo per i grandi debitori: Per i debiti superiori ai 50.000 euro, è previsto un anticipo obbligatorio del 5%. Una mossa che mira a garantire un gettito immediato per lo Stato.
- Saldo e stralcio per i mini-debiti: Per le cartelle di importo inferiore ai 5.000 euro, si valuta la possibilità di un saldo e stralcio o della cancellazione automatica, per alleggerire il carico dell’Agenzia delle Entrate e concentrare le risorse su crediti più consistenti.
L’approvazione finale del provvedimento è attesa per l’autunno, con l’obiettivo di renderlo operativo a partire dal 2026. Sarà una prova decisiva per il governo, che punta a trovare un equilibrio tra le esigenze dei cittadini e la tenuta dei conti pubblici.