La prossima “pace fiscale” del 2026 si preannuncia come un’operazione a due binari. Oltre alla tanto attesa Rottamazione quinquies, il governo starebbe valutando anche l’introduzione di un saldo e stralcio per le cartelle di importo più ridotto. L’obiettivo è offrire soluzioni mirate a seconda dell’entità del debito e della situazione economica del contribuente.
La rottamazione quinquies non sarà per tutti
Come ha chiarito il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, la rottamazione quinquies non potrà essere “erga omnes”, ovvero accessibile a tutti. La mancanza di risorse finanziarie e la necessità di evitare abusi spingeranno il governo a introdurre dei paletti.
L’accesso sarà probabilmente regolato da specifiche soglie ISEE, con l’intento di escludere chi, pur avendo le risorse economiche, non ha provveduto al pagamento dei debiti. Questo per arginare il problema dei contribuenti che in passato hanno aderito alle sanatorie solo per bloccare azioni esecutive come pignoramenti e fermi amministrativi, senza mai saldare il dovuto.
Saldo e stralcio: ecco le ipotesi al vaglio
A fianco della rottamazione, potrebbe tornare in auge il saldo e stralcio, una misura già adottata in passato per le cartelle di piccolo importo. Si tratterebbe di un provvedimento destinato a cancellare i debiti esigui, la cui riscossione costerebbe di più all’amministrazione che non la loro cancellazione.
Se si optasse per un meccanismo simile a quello del 2023, le cartelle interessate potrebbero essere quelle fino a 1.000 euro, iscritte a ruolo tra il 2015 e il 2020. Non è esclusa, inoltre, l’ipotesi di un saldo e stralcio parziale. In questo caso, per i contribuenti in comprovata difficoltà economica, lo stralcio potrebbe essere sommato alla rottamazione quinquies per i debiti di importo più basso.
Le decisioni finali su quali cartelle verranno cancellate e sui requisiti di accesso si attendono nei prossimi mesi.