Ragusa – Molteplici le problematiche politiche sollevate dalla recente adesione del sindaco di Ragusa Peppe Cassì a Forza italia. Al di là delle scelte del primo cittadino, condivisibili o meno, il vero nodo da sciogliere resta quello di una maggioranza e di un’amministrazione nate come squisitamente civiche, anzi in contrapposizione ai partiti, e che ora sembra in preda allo sbigottimento e rimane in un colpevole silenzio. Sulla vicenda pubblichiamo una lucida analisi del segretario cittadino del PD Riccardo Schininà.
Adesione del sindaco di Ragusa a Forza Italia, Schininà (PD): “Cassì ora a un bivio, ma non solo lui”
“La politica ha logiche ferree. Mentre assistiamo a dichiarazioni di ogni sorta, alcune scomposte, altre fumose, sull’adesione del sindaco Cassì a Forza Italia e sul futuro della sua amministrazione, il mio ragionamento è semplice e segue le regole grammaticali della politica. Cassì si trova oggi davanti a un bivio: continuare nel solco del civismo, reale o di facciata che sia, rivendicando una posizione di forza e di piena autonomia dal partito al quale ha appena aderito, oppure adeguarsi alle indicazioni di FI e, più in generale, della coalizione di centrodestra. Non ci sono alternative”. Così Riccardo Schininà, segretario del circolo di Ragusa del Partito Democratico, commenta l’attuale situazione politica al Comune di Ragusa.
“Nel primo caso – spiega – si avrebbe la conferma dell’uso puramente strumentale che Cassì fa dei partiti: nessuna convinzione, nessuna adesione ideale e politica, solo ‘gusci vuoti’, da riempire all’occorrenza per perseguire i propri fini, e privi di autorevolezza, peso e prestigio. E questo, anche in considerazione del ruolo di vicepresidente assunto da Cassì alla ex Provincia come espressione di un governo di centrodestra, sarebbe non solo un’anomalia politica, ma un vero e proprio schiaffo a tutti i partiti della coalizione. Cosa ne sarebbe dell’autorevolezza e della credibilità di Forza Italia se l’azione politica di un suo sindaco andasse in direzione contraria a quella del partito? Come giustificare di fronte agli alleati questa debolezza? Uno strappo insanabile alle regole della politica, al quale francamente facciamo fatica a credere”.
“Nel secondo caso, invece – continua Schininà – e cioè se i partiti di centrodestra proveranno a far valere un minimo di autorevolezza e prestigio, Cassì e la sua maggioranza assumeranno una connotazione chiaramente politica e non più civica, e la contraddizione diventerà insanabile per alcuni dei suoi assessori, che non potranno più giustificare la propria permanenza in giunta, in nome della continuità amministrativa, di fronte agli elettori e rispetto alla propria storia personale e politica. In questo caso, come ha detto qualcuno – conclude – sarà il caso di riconoscere definitivamente che ‘tutto non è come prima’ “.