Molte famiglie potrebbero trovarsi a ricevere un Assegno Unico più basso a luglio. La causa principale di questo rischio è legata alla validità dell’ISEE corrente, un fattore cruciale per determinare l’importo corretto del sussidio. Capire il funzionamento dell’Assegno Unico e l’importanza dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese.
L’Importanza dell’ISEE per l’Assegno Unico
L’Assegno Unico Universale prevede importi minimi e massimi, ai quali si aggiungono maggiorazioni basate su vari fattori come il numero e l’età dei figli, l’età della madre e la presenza di eventuali invalidità. Anche le maggiorazioni variano in base all’ISEE.
È vero che non è strettamente necessario possedere un ISEE per ricevere l’Assegno Unico, ma senza di esso si ha diritto solo all’importo minimo, pari a:
- 57,50 euro al mese per ogni figlio minorenne (sotto i 18 anni).
- 28,70 euro al mese per ogni figlio tra i 18 e i 21 anni non ancora compiuti.
Lo stesso importo minimo spetta anche a chi ha un ISEE superiore a 45.939,56 euro.
Al contrario, l’importo massimo è di:
- 201 euro al mese per ogni figlio minorenne.
- 97,70 euro al mese per ogni figlio maggiorenne (fino a 21 anni non compiuti).
Tuttavia, l’importo massimo è riservato solo a chi ha un ISEE in corso di validità fino a 17.227,33 euro. Superata questa soglia, l’importo dell’Assegno Unico decresce progressivamente, fino a raggiungere i valori minimi sopra indicati. Questo rende evidente l’importanza capitale dell’ISEE per massimizzare il beneficio.
ISEE corrente scaduto: la trappola di giugno
L’ISEE corrente gioca un ruolo cruciale. Lo scorso gennaio, molte famiglie hanno richiesto l’ISEE corrente subito dopo l’ISEE ordinario. Questa scelta è spesso strategica, poiché l’ISEE ordinario si basa su dati (patrimoni, redditi e condizioni familiari) riferiti a due anni prima (nel 2025, alla situazione del 2023), che potrebbero non riflettere la reale situazione economica attuale.
In caso di peggioramento della situazione economica, come la perdita del lavoro o cambiamenti significativi, l’ISEE corrente consente di aggiornare immediatamente la propria posizione. Ciò è particolarmente vantaggioso per l’Assegno Unico, dato che gli importi aumentano al diminuire dell’ISEE.
Il problema sorge perché l’ISEE corrente ha una durata limitata di soli 6 mesi. Di conseguenza, chi lo ha richiesto a gennaio, ora a giugno si ritrova con un ISEE corrente scaduto. Il risultato automatico è il ritorno in vigore dell’ISEE ordinario. Se quest’ultimo è più alto, le famiglie rischiano di vedere abbassato l’importo dell’Assegno Unico a partire dal pagamento di luglio.
Rinnovare l’ISEE Corrente: agire subito per non perdere denaro
Fortunatamente, la soluzione a questo problema è a portata di mano, ma richiede rapidità d’azione. È fondamentale presentare al più presto una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per poter rinnovare l’ISEE corrente. Questo lo renderà valido fino al 31 dicembre 2025, allineandosi alla scadenza naturale dell’ISEE ordinario.
Anche se l’ISEE corrente nasce con validità semestrale, può essere rinnovato. Farlo il prima possibile consentirà all’INPS di considerare il nuovo ISEE corrente per il versamento dell’Assegno Unico del mese di luglio. In questo modo, si evita il rischio di ricevere un importo ridotto rispetto a quello spettante, garantendo un Assegno Unico pienamente adeguato alla reale situazione economica familiare.