Ragusa – A Ragusa, a inizio 2026, le riprese di un nuovo progetto dedicato alla memoria dello sbarco alleato del 1943 in Sicilia: un episodio che ha segnato profondamente l’isola e che è ancora visibile nei monumenti, nelle tracce sul territorio e nei racconti delle persone. Ne dà notizia il regista Valerio Ciriaci, che il 28 dicembre sarà presente al pomeriggio di dibattito e proiezioni dal titolo “L’Italia in Africa. Andata e ritorno”, che avrà come evento centrale proprio la proiezione del pluripremiato film di Ciriaci “If only I were that warrior”. L’evento si terrà, a partire dalle ore 17,00, nell’Auditorium del Centro commerciale culturale di via Matteotti.
“Quando ho iniziato a lavorare al documentario conoscevo solo in parte le pagine più dure della campagna d’Etiopia e dei crimini commessi durante l’invasione del 1935 e i successivi anni di occupazione fascista. La vicenda del monumento ad Affile dedicato a Rodolfo Graziani, inaugurato nel 2012, e le proteste nate in risposta, soprattutto da parte della diaspora etiope in Italia e negli Stati Uniti, hanno riaperto quel capitolo e messo in discussione il mito rassicurante degli “italiani brava gente” – spiega Ciriaci -. Lavorare al film mi ha permesso di approfondire questi temi attraverso le voci di testimoni, storici, attivisti e associazioni che da anni si impegnano per far emergere una narrazione più accurata e meno autoassolutoria del passato coloniale. È un lavoro che parla anche al presente, perché riguarda il modo in cui guardiamo alle migrazioni dal Corno d’Africa, al razzismo, al revisionismo e, più in generale, al rapporto con chi percepiamo come “altro”. In questo senso, mi sembra molto significativo che la proiezione avvenga a partire da un museo come “L’Italia in Africa”, che negli ultimi tempi è al centro di una riflessione sul proprio ruolo e sulle possibilità di una lettura più critica e condivisa delle collezioni.
Penso che il film possa diventare uno degli strumenti di questo percorso, sapendo che non basta una proiezione o un singolo evento, ma occorre un lavoro costante che coinvolga chi vive la città. Il 28 dicembre sarà il primo di una serie di viaggi che ho in programma a Ragusa. Tornerò infatti già all’inizio del 2026 per iniziare le riprese di un nuovo progetto dedicato alla memoria dello sbarco alleato del 1943 in Sicilia. Il progetto, sviluppato insieme alla professoressa Teresa Fiore della Montclair State University, prevede diversi momenti di lavoro nel ragusano per raccogliere storie e testimonianze legate alla Seconda guerra mondiale e al modo in cui quell’evento è stato ricordato, trasformato o dimenticato nel tempo. L’idea è di costruire un percorso che unisca ricerca storica, immagini d’archivio e incontri con le comunità locali.
Un’altra occasione di ritorno a Ragusa spero potrà essere la presentazione del mio ultimo documentario, Elvira Notari. Oltre il silenzio, che racconta la storia della prima regista donna in Italia e del lungo processo di riscoperta dopo decenni di oblio. Il film è stato presentato quest’estate alla Mostra del Cinema di Venezia e in autunno ha iniziato un tour in varie città italiane. Nel 2026 continueremo a portarlo in sala e stiamo immaginando un percorso che includa anche la Sicilia. Insomma, il 28 dicembre sarà il mio primo viaggio a Ragusa ma è solo l’inizio. Sono felice di tornare presto a lavorare su questi nuovi progetti e di avere più occasioni di conoscere meglio la città, la sua storia e chi la abita e la fa vivere”.
(In foto Valerio Ciriaci, credito fotografico, Giacomo Bianco)



